Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

"Sono a disposizione". La candidatura di Mara Carfagna scatena il vespaio di Forza Italia

Antonio Masiello via Getty Images
Antonio Masiello via Getty Images 

La rissa tra Carfagna e Toti, il "golpe" contro Berlusconi, i veleni azzurri, le accuse incrociate, le mani nei capelli, la spasmodica ricerca di uno strapuntino al sole. Non c'è cosa migliore delle liste dei candidati alle europee quale cartina di tornasole del centrodestra ai tempi dei gialloverdi. In Forza Italia un lungo e magmatico tramonto da cupio dissolvi. Nella Lega un clima da monarchia illuminata, in cui nessuno degli sparring partner può né deve fare ombra al leader.

A poche ore dalla dead line, gli elenchi del Carroccio sono stati già depositati e resi pubblici. Per quelli degli azzurri si è ancora in alto mare. "C'è Antonio nel suo bunker a Roma con le mani nei capelli", spiega un dirigente. Antonio sarebbe Tajani, unico capolista (nell'Italia centrale) diverso da Silvio Berlusconi. È lui che deve comporre l'elenco, ma fino all'ultimo la quadra non si trova. Chi ha potuto sbirciare gli elenchi le definisce "liste mediocrissime", puntando il dito su evergreen come Lorenzo Cesa e Francesco Saverio Romano, candidati rispettivamente al Sud e nelle Isole.

Ma è proprio nella circoscrizione meridionale che sta esplodendo il caso dell'ultima ora: la candidatura di Mara Carfagna. Nata apparentemente come casuale, è piombata come un sasso nel vespaio di una situazione già difficile. Perché gli azzurri sanno che il 26 maggio si giocherà un pezzo di futuro del partito. Al quale la vicepresidente della Camera vuole provare la scalata. "Il suo è un tentativo creato ad arte", spiegano. Prima un intervista alla Stampa in cui accusa il governatore della Liguria Giovanni Toti di aver già consumato una scissione nei fatti. Poi, alla risposta dell'interessato che l'ha bollata come nominato, ecco l'uscita di Roberto Occhiuto e Paolo Russo, deputati vicini all'ex ministro, per lavare l'onta: "Si candidi alle europee". E lei: "Sono a disposizione". Apriti cielo.

Perché il piano è chiaro: fare il pieno di preferenze al sud per rivendicare se non una successione piena a Berlusconi, per lo meno il posto da numero due al posto di Tajani. Il tutto nella speranza che il fondatore convochi un congresso post-elezioni, cosa tutt'altro che certa. "Un golpe contro Silvio", denunciano gli avversari interni. "Ma quale golpe, è normale dialettica", respingono gli interessati. Niccolò Ghedini, che la Carfagna non la vorrebbe in lista, ha proposto una mediazione spericolata: tutti i big in lista. Da Toti alla Gelmini, dalla Bernini a Brunetta, si creerebbe un effetto caos tale, con le triple preferenze, da annacquare l'eventuale successo della vicepresidente di Montecitorio, ma anche da rendere quasi incontrollabile il manipolo di sei/otto deputati che spunterebbero un seggio a Bruxelles dopo le varie rinunce.

A una manciata di ore dalla consegna il caos è totale, la matassa difficile da sbrogliare. Una fonte molto vicina all'ex Cavaliere è pronta a giurare: "Mara ci sarà".

Di tutt'altro tenore la situazione dalle parti di via Bellerio. Con Salvini capolista ovunque, sono davvero pochi i volti che potrebbero offuscarne la centralità. Al centro troviamo Antoni Maria Rinaldi, professore sovranista prezzemolino dei talk televisivi e Susanna Ceccardi, il sindaco di Cascina, astro emergente del leghismo 2.0. Al sud Vincenzo Sofo, fondatore della rivista il Talebano e noto per la relazione con Marione Le Pen, mentre nelle isole ci sarà madame Eurexit, Francesca Donato. Rimane fuori Mario Borghezio, mentre spunta un posto Gianna Gancia, ex compagna di C

In mezzo, c'è Fratelli d'Italia che prova a conquistarsi un posto al sole, erodendo un po' di qua un po' di là, con l'ambizione di soppiantare il partito di Silvio Berlusconi come seconda gamba di una futura coalizione. E incassa una vagonata di ex da Forza Italia: da Elisabetta Gardini a Stefano Maullu, europarlamentare uscente come Monica Baldi, già un posto a Strasburgo nel 1999, passando per due volti storici del forzismo quali Raffaele Fitto e Alfredo Antoniozzi. Dalla chiusura dei giochi sulle liste, mercoledì alle 20, ancor prima che dalle urne si capirà un poco di più del centrodestra che verrà.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione