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Politica

Requisitoria M5s contro Armando Siri. L'avvocato: "Chiariremo tutto nelle sedi istituzionali"

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"La politica deve dare il buon esempio. Nessuno può nascondersi dietro la presunzione di innocenza di fronte all'ipotesi di un reato di corruzione. Non può farlo, a maggior ragione, quando nella stessa inchiesta emergono legami con la mafia". Parte da questi presupposti quella che potrebbe essere definita una requisitoria del Movimento 5 stelle contro Armando Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione. I pentastellati nei giorni scorsi hanno chiesto a gran voce le sue dimissioni, che non sono arrivate. Sulla vicenda, però, non arretrano. Sul blog di riferimento del Movimento 5 stelle chiedono "un chiarimento necessario e non più rimandabile" e indirizzano quattro interrogativi alla Lega.

"Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata (l'ex parlamentare di Forza Italia, adesso responsabile del programma della Lega per l'ambiente che, secondo l'accusa, sarebbe vicino a Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come "finanziatore" della latitanza del boss Matteo Messina Denaro)?", è la prima domanda che si legge nel post intitolato - per l'appunto - "Quattro domande alla Lega sul caso Siri". Nel secondo quesito si entra ancora di più nel merito della vicenda: "Perché il sottosegretario Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate e rispedite al mittente dal MoVimento 5 Stelle, per incentivare l'eolico (materie oggetto di interesse proprio di Paolo Arata)? Per quale fine?" Il sottosegretario, nel rendere conto della vicenda giudiziaria che lo riguarda, ha dato versioni diverse. A questo proposito i 5 stelle chiedono: "Perchè Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte? Segue l'elenco delle varie dichiarazioni del sottosegretario leghista: "(quando è uscita la notizia dell'indagine per corruzione ha detto: "Non mi sono mai occupato di eolico in vita mia". Poi ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: "Me l'ha chiesto una filiera di piccoli produttori". Infine, al Corriere, ha dichiarato: "Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto 'va bene, mandamelo')?. Nell'ultima domanda il Movimento 5 stelle chiama in causa anche il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio: "Il figlio di Arata è stato assunto da Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?", si legge ancora nel post.

La difesa di Siri. Al momento la data del confronto con i pm della Procura di Roma non è stata ancora fissata ma dall'avvocato difensore di Armando Siri, sottosegretario all'Infrastrutture indagato per corruzione, arrivano segnali che fanno intendere che l'atto istruttorio potrebbe avvenire a breve. Proprio nelle ore in cui gli M5S, anche attraverso un lungo post sul blog delle Stelle, chiedono ufficialmente un passo indietro del sottosegretario, l'avvocato Fabio Pinelli afferma che l'esponente leghista è "pronto a chiarire, qualora fosse ritenuto necessario o anche solo opportuno, nelle rispettive sedi istituzionalmente competenti". In altri termini nei prossimi giorni, forse all'inizio della prossima settimana, Siri potrebbe recarsi negli uffici di piazzale Clodio e rispondere alle domande del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi, titolari del filone giunto a Roma per competenza territoriale che vede nel registro degli indagati anche l'imprenditore Fabio Arata, accusato anch'egli di corruzione per avere "dato o promesso" 30 mila euro al sottosegretario in cambio di favori.

I magistrati capitolini vorranno in primo luogo chiedere a Siri del suo rapporto con l'imprenditore. In sostanza, secondo quanto scrivono i pm nel decreto di perquisizione a carico di Arata, Siri è accusato di avere nella sua "duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture" nella "qualità di pubblico ufficiale" asservito "le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati". Una azione, per i magistrati della Capitale, messa in atto "tra l'altro proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia (Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell'Ambiente) l'inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare (Decreto interministeriale in materia di incentivazione dell'energia elettrica da fonte rinnovabile) e di iniziativa governativa di rango legislativo (legge Mille proroghe, legge di Stabilità, legge di Semplificazione) ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto 'mini-eolico'". In questo ambito il pm Palazzi ha ascoltato una serie di testimoni, funzionari ministeriali, per chiedere conferme su eventuali pressioni messe in atto dal sottosegretario.

Per gli inquirenti romani "il fumus" a carico di Siri è legato anche ai "numerosi incontri tra gli indagati così come accertato dalla polizia giudiziaria - scrivono sempre nel decreto di perquisizione - attraverso appositi servizi di osservazione e alla incessante attività promossa dal medesimo Siri per l'approvazione delle norme, così come emergente da ulteriori conversazioni che Arata ha intrattenuto tanto con i suoi familiari e sodali nell'impresa, quanto con collaboratori del Siri e con altre persone coinvolte (con ruoli istituzionali e non) nella redazione delle stesse".

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