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Politica

Assetto antisommossa per Di Maio a Taranto. Il ministro annuncia: all'Ilva chi sbaglia paga (d'ora in poi)

Taranto si divide sull'arrivo di Di Maio. I cittadini contestano gli esponenti 5 Stelle locali

"Io sono qui oggi non solo per Presiedere il tavolo istituzionale per Taranto ma anche per dire che ieri, in consiglio dei ministri, abbiamo abolito l'immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di poter godere di alcuni esimenti legati a reati ambientali e ad alcuni reati odiosi che hanno fatto tanto male ai cittadini di taranto". Luigi Di Maio si presenta così a Taranto, la città dell'Ilva e del polo industriale che inquina il vicinissimo centro urbano. L'annuncio lo fa da un palazzo della prefettura blindato per il suo arrivo insieme ai ministri pentastellati Giulia Grillo, Barbara Lezzi, Alberto Bonisoli, Sergio Costa. Fuori, ai bordi della zona rossa, la protesta dei comitati tarantini per la mancata chiusura dell'acciaieria rilevata da ArcelorMittal, arrabbiati ma pochi.

Taranto non risponde alla protesta. Ma c'è da dire che la città dei due mari non risponde nemmeno alla stessa visita istituzionale della delegazione pentastellata. Anche gli attivisti del Movimento cinquestelle sono in piazza, ai bordi della zona rossa, con la loro bandiera, sperano di incontrare Di Maio: sono pochi anche loro. E nel frattempo litigano con i manifestanti del 'Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti' di Taranto in piazza con le altre realtà della protesta. Da una parte, i 'grillini' che giustificano Di Maio, dall'altra chi la pazienza l'ha persa e dopo aver creduto alle promesse del Movimento, ora crede solo nella protesta sociale, che però non sembra fare tanti proseliti.

I contestatori si radunano in piazza Giovanni XXIII, dieci minuti a piedi dalla prefettura. Non sono tanti, ma si sono organizzati con numerosi cartelli, tra "Di Maio ingannapopolo vattene!" a "Di Maio ha consegnato il governo al fasciorazzista Salvini". Un manifestante si è messo addosso un grosso manichino che rappresenterebbe Di Maio, stile carri di Viareggio per intendersi. Un altro ha un cartello con la faccia di Salvini e il fumetto rivolto al vicepremier leghista: "Amo' scendi Giggino che ti porto a mangiare le cozze pelose!", stile perfettamente tarantino. I due a un certo punto si staccano dal presidio e si dirigono verso il gruppetto degli attivisti del Movimento. Parte la discussione accesa, vorrebbero convincerli a protestare contro Di Maio, non ci riescono.

Carlo Montalto è un attivista del M5s a Taranto dal 2013, impiegato nell'indotto dell'Ilva. E' lì che si accanisce a spiegare le sue ragioni ai contestatori. "Questa è una città abbandonata da tempo – spiegherà dopo all'Huffpost – Da Monti, da Renzi, da tutti. E ora stai a vedere che il problema della mancata chiusura dell'Ilva è Di Maio?". E non si smuove se gli fai notare che il Movimento aveva promesso di chiudere il 'mostro' dell'acciaio in campagna elettorale. "Non conoscevano le carte, non hanno potuto farlo – giustifica lui – E comunque io dico: diamogli tempo, non si chiude un impianto così in 7-8 mesi. E poi dobbiamo dire la verità". Quale? "Qui a Taranto mica c'è solo l'Ilva che inquina. C'è anche la raffineria dell'Eni, eppure nessuno ne parla!".

Lasciamo Montalto con i suoi attivisti e la sua bandiera, torniamo al presidio. La piazza non si è riempita, ma chi c'è non demorde. Al microfono si alternano per spiegare i motivi per cui sono delusi da Di Maio e dal Movimento. E tra i motivi non c'è solo la questione Ilva. C'entra il contratto di governo con Salvini. "Salvini Di Maio fascisti in Parlamento!", urlano.

Dentro la prefettura Di Maio ha fatto il suo annuncio. "Nel decreto Crescita - dice - viene introdotta una norma che abolisce penale, che in realtà si chiama esimente penale, che doveva durare altri quattro anni e mezzo e che invece ad agosto di quest'anno cessera' di esistere". "L'altro grande problema che abbiamo è che abbiamo un miliardo di euro a disposizione che non si stanno spendendo", continua con riferimento alle risorse che hanno i commissari Ilva per le bonifiche, risorse derivate dalla transazione col gruppo Riva, ex proprietario dell'acciaieria che oggi fa capo ad Arcelor Mittal. Ieri i commissari Ilva Gnudi, Carrubba e Laghi si sono dimessi con decorrenza dall'1 giugno e Di Maio ha già nominato i nuovi commissari. "Sarò qui di nuovo il 24 giugno, esattamente tra due mesi, in modo che quello che ci siamo detti oggi al tavolo sarà verificato e vedremo come i soldi sono stati spesi. Qui non è una questione di altri soldi, qui prima di tutto bisogna spendere bene quelli che ci sono".

Sono annunci che vorrebbero addolcire il clima, in preparazione dell'incontro pomeridiano con le realtà ambientaliste e i comitati per la salute dei cittadini di Taranto, investiti dai fumi tossici industriali soprattutto ai rione Tamburi e negli altri quartieri più vicini alle fabbriche. "Ci andremo da Di Maio nel pomeriggio, ma ci andiamo per rompere", anticipano dal comitato 'Piano Taranto'.

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