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Politica

"Lei che non riesce a dire che il fascismo fa schifo, mi fa pensare a quelli che non dicono che la mafia fa schifo"

Ansa
Ansa 

"Caro ministro Salvini, qualche giorno fa lei ha dichiarato che considera la festa del 25 Aprile un derby tra fascisti e comunisti, e che non è interessato a questo tipo di derby. Oggi, infatti, sarà a Corleone perché il suo interesse è quello di liberare il Paese dalle mafie e guardare al futuro e non al passato". Comincia così la lunga lettera che Pif, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, scrive al ministro Matteo Salvini.

"Lei penserà di certo che si tratti dell'ennesimo retorico racconto sui partigiani di un radical chic con il cuore a sinistra e il portafogli a destra, che scrive dal terrazzo del suo attico e che non conosce i problemi reali del Paese. Se è così, si sbaglia".

Un racconto quello di Pif giocato sul parallelismo tra la lotta dei partigiani per la Liberazione nazionale e quella dei cittadini contro la Mafia:

Le ho parlato di persone che politicamente la pensavano in maniera diversa (chi di sinistra e chi di destra) e che, nonostante fossero osteggiati da gran parte della cittadinanza, decisero di prendere una posizione e realizzare l'impossibile: sconfiggere la mafia per vivere in libertà. E lo fecero con l'aiuto di Dio, se credenti, per la loro famiglia e per la loro Patria. È incredibile. La storia dei partigiani, di chi ha combattuto il fascismo, somiglia molto a quella di chi ha combattuto la mafia.

Poi spiega:

"Dare un colore politico alla Resistenza italiana è profondamente ingiusto, sbagliato e storicamente falso: gli unici colori che possiamo attribuirle sono rosso, bianco e verde. Quelli del tricolore. Quando lei, signor ministro, non riesce a dire che il fascismo fa schifo (e in quelle poche volte in cui lo fa aggiunge sempre frasi del tipo: "Ma anche il comunismo ha ucciso molte persone"), mi ricorda tanto quelli che a Palermo non riescono a dire che la mafia fa schifo e, quando costretti ad ammetterlo, aggiungono: "Ma la vera mafia è a Roma" (con la variante: "La mafia è nelle istituzioni")".

Poi conclude:

"Probabilmente, una volta giunto a Corleone, troverà una parte del paese che sottovoce le dirà che la mafia è nelle istituzioni, che il vero nemico è lo Stato e che alla fine "la mafia ha fatto anche cose buone". Una frase che dovrebbe ricordarle qualcosa... Poi incontrerà l'altra parte del paese che farà una coraggiosa e instancabile "RESISTENZA" alla mafia, senza equivoci e senza esitazione, per difendere la democrazia e la libertà, faticosamente conquistate".

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