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Caso Dabus, quale intelligenza artificiale potrebbe essere considerata inventore?

Caso Dabus, quale intelligenza artificiale potrebbe essere considerata inventore?

(a cura di Francesca Perri, Partner di Tonucci & Partners, Artificial Intelligence IP Practice)

DABUS, acronimo di Device for the Autonomous Bootstrapping of Unified Sentience, è un sistema di intelligenza artificiale creato dal dottor Stephen Thaler e di proprietà della società statunitense Imagination Engines Inc.

Nel 2018 il dottor Thaler ha avviato un progetto di domande di registrazioni internazionali del brevetto DABUS, l’“Artificial Inventor Project”, che ha tra le finalità quella di accendere il dibattito culturale e normativo sul tema legato alla possibilità che un sistema di intelligenza artificiale possa essere definito come inventore in una domanda di brevetto.

La tesi potrebbe rivelarsi – a dir poco - dirompente e mettere in crisi la definizione stessa di intelligenza artificiale, in linea di massima intesa come “l’insieme delle tecnologie caratterizzate dall’abilità di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’impiego dell’intelligenza umana”.

A onor del vero, DABUS è una forma avanzata di intelligenza artificiale (rappresentata dalla tecnologia del machine learning), in grado di ricevere una serie di dati (teoricamente infinita) in modo tale da comprenderne il contenuto ed elaborare le soluzioni finali del risultato. È importante segnalare che questa tecnologia risulta capace di modificare gli algoritmi di funzionamento interno via via che il sistema operativo riceve e processa i dati. Il machine learning consente di identificare modelli e prendere decisioni, pur senza essere stati espressamente programmati per eseguire determinati compiti. La macchina apprende dall’esperienza sulla base dei dati inseriti e può acquisire nuovi dati - mai caricati da nessuno nella sua memoria – poiché impara da se stessa e le informazioni nuove sono via via migliorabili.

Con il machine learning i sistemi di intelligenza artificiale adattano le proprie risposte e si migliorano in base alle esperienze maturate. È una svolta epocale: le tecnologie machine learning inventano soluzioni e percorsi inediti, tanto che alcuni usano impropriamente le espressioni intelligenza artificiale e machine learning come sinonimi, mentre il machine learning è una tecnologia attraverso cui si sviluppa l’Intelligenza Artificiale.

Una particolare tipologia di machine learning è quello che si basa sui sistemi di reti neurali (“neural network”). Tale tecnologia è strutturata su modelli ispirati all’architettura della mente umana. Una rete neurale si articola su unità elementari dette “nodi” o “neuroni artificiali” che sono dei processori connessi l’uno all’altro, uno sovrapposto all’altro. Ogni nodo o neurone riceve, dai neuroni degli strati superiori, i dati che a sua volta trasmette ai neuroni dello strato inferiore.

DABUS è infatti costituito da due distinte reti neurali in grado di cooperare fra loro, elaborando concetti originali e sondandone la portata inventiva. In particolare, il neural network di DABUS è composto da un contenitore per alimenti e da un particolare dispositivo di segnalazione. Il contenitore per alimenti caratterizzato da un profilo frattale, che permette di adattarne la forma e lo rende particolarmente resistente; il dispositivo luminoso lampeggiante è specificatamente ideato per far fronte a situazioni di emergenza.

Alla luce di ciò, il machine learning DABUS potrebbe essere nominato o dichiarato inventore perché esprime una creatività inventiva? Nelle domande depositate dal dottor Thaler si precisava che il medesimo avesse acquisito i diritti sul brevetto come proprietario, datore di lavoro e avente causa di DABUS. Ed è stato così che l'Australia e il Sudafrica hanno riconosciuto DABUS come inventore dopo che gli Uffici Brevetti europei, statunitensi e britannici avevano rifiutato tale qualifica.

Attualmente la visione europea è assolutamente antropocentrica: i sistemi di Intelligenza Artificiale non hanno capacità giuridica e pertanto non possono essere indicati come inventori malgrado esprimano invenzione. Sono estremamente rilevanti le implicazioni che il dottor Thaler con Artificial Inventor Project ha scatenato.

Soprattutto da un punto di vista etico rispetto al suo impatto legale (e quindi pratico), la sfida europea è quella di migliorare l’IA verso un ragionamento di tipo trasversale, avente la finalità di sviluppare la capacità di applicare conoscenze e ragionamenti svolti in un determinato dominio anche ad altri settori dell’esperienza. Tale capacità squisitamente umana che, grazie alla flessibilità, versatilità e astrazione (oltre che alla capacità di ideare e innovare), risulta essere la nuova frontiera: la “General AI”.

Le ricerche sono ora focalizzate verso una capacità di apprendimento generale dell’intelligenza artificiale, applicabile ai diversi ambiti della conoscenza umana e al mondo circostante. Come direbbe il visionario dottor Thaler: “con l'avanzare della tecnologia passeremo dall'incoraggiare le persone a inventare cose a incoraggiare le persone a costruire un'intelligenza artificiale in grado di inventare cose".

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