LinkedIn: utilizzo improprio dei dati di 18 milioni di utenti per pubblicità su Facebook

LinkedIn: utilizzo improprio dei dati di 18 milioni di utenti per pubblicità su Facebook

LinkedIn per avere utilizzato, secondo una nuova indagine di sicurezza, le email di 18 milioni di utenti per la pubblicità mirata su Facebook. Nessuna violazione della privacy per fortuna.

di pubblicata il , alle 16:21 nel canale Web
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LinkedIn, il social media che permette ai professionisti di mettersi in contatto tra di loro o anche ai giovani di ricercare il lavoro, ha rischiato di violare il regolamento per la protezione dei dati europeo, entrato in vigore poco dopo la condivisione di indirizzi email. La piattaforma, il cui business model si basa principalmente sulla vendita di strumenti di business, come Recruiter, Sales Navigator e altri, avrebbe condiviso 18 milioni di indirizzi email a scopi pubblicitari secondo i risultati di una nuova indagine sulla sicurezza.

L'ultimo rapporto pubblicato dalla Data Protection Commission d'Irlanda non fa altro che far vedere come il social dedicato al mercato del lavoro abbia utilizzato fino a ben 18 milioni di indirizzi email di utenti per annunci mirati su Facebook. Lo scopo, stando alle prime analisi, non era quello di guadagnare vendendo contatti email, ma sponsorizzare i suoi piani in abbonamento e i suoi servizi su Facebook a coloro che erano già iscritti alla piattaforma.

L'accertamento condotto dalla DPC ha confermato come la piattaforma di messaggistica di LinkedIn avrebbe violato le norme sulla protezione dei dati se l'uso delle email fosse avvenuto dopo la pubblicazione del GDPR, ma la stessa commissione ha comunicato che l'azienda lo ha fatto prima che ciò avvenisse. LinkedIn ha oltretutto collaborato con la DPC nelle dovute approfondite indagini sulle misure di sicurezza della piattaforma da quando gli è stato richiesto di farlo.

Per questo il portale non è stato sanzionato come invece accaduto per altri a posteriori dell'entrata in vigore del decreto. LinkedIn non ha ricevuto alcuna richiesta ufficiale da parte dell’Unione Europea sulla raccolta degli indirizzi di posta elettronica e l’indagine al momento è esclusivamente sotto la supervisione del DPC irlandes. L’obbligo di fornire informazioni al EDPB è un nuovo elemento della normativa GDPR entrata recentemente in vigore.

LinkedIn ha oltretutto dichiarato di aver apprezzato come: "il DPC abbia realizzato nel 2017 un indagine per verificare la regolarità riguardo a una campagna marketing e ci siamo resi completamenti disponibili a collaborare per questo. Sfortunatamente i rigidi processi e le procedure che abbiamo in vigore non sono stati seguiti e ci dispiace. Abbiamo preso provvedimenti adeguati in merito e abbiamo migliorato il modo in cui lavoriamo per garantire che non si verifichino più situazioni come questa. Durante le indagini, abbiamo identificato un’ulteriore area nella quale avremmo potuto migliorare la privacy dei dati per le persone che non sono nostri membri e, come risultato di questo, abbiamo volontariamente cambiato le nostre relative prassi".  

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