Proteste dei viticoltori francesi a Narbonne: a farne le spese è il Cava spagnolo!

A Narbonne, nel cuore della regione Languedoc-Roussillon, si è svolta una significativa manifestazione dei viticoltori lo scorso 25 novembre. Questa protesta, che ha radunato migliaia di produttori, ha messo in evidenza le crescenti tensioni nel settore vinicolo francese. La pandemia di Covid-19, seguita da un calo della domanda di vini francesi e un aumento dei costi dovuti al conflitto in Ucraina, ha infatti accentuato le difficoltà per i viticoltori. Insomma, nonostante la conquista dello scettro nella produzione di vino per il 2023, anche la Francia ha i suoi numerosi problemi da affrontare e le recenti proteste dei viticoltori francesi stanno qui a dimostrarlo.

La causa delle proteste dei viticoltori francesi a Narbonne

L’industria vinicola francese sta attraversando una fase di notevole difficoltà, accentuata da vari fattori come l’aumento dei costi di produzione e le sfide economiche globali. In questo contesto, i viticoltori francesi si trovano ad affrontare una crisi che ha radici profonde e molteplici aspetti. Da una parte, ci sono gli elevati costi di produzione che non vengono bilanciati da un aumento proporzionale dei prezzi del vino, mettendo così sotto pressione i margini di profitto dei produttori.

In particolare, i viticoltori hanno espresso una notevole preoccupazione per il calo dei redditi e per la proposta governativa di stabilire un prezzo minimo legale per gli alcolici. La proposta, che prevede di fissare un prezzo di circa 50 centesimi per unità di alcol puro, potrebbe far aumentare i prezzi di alcuni vini a livelli insostenibili per i produttori locali. Questa iniziativa segue l’esempio della Scozia, dove una misura simile ha portato a una riduzione dei decessi legati all’alcol.

Un altro motivo di preoccupazione per i viticoltori francesi è l’importazione di vini a basso costo, in particolare dalla Spagna. I vigneron, infatti, hanno protestato contro questa concorrenza ritenuta sleale, distruggendo migliaia di bottiglie di Cava e rovesciando grandi quantità di rosé spagnolo sulle strade.

La protesta vicino al confine con la Spagna è stata pacifica, a differenza di precedenti manifestazioni. Tuttavia, rimane evidente il conflitto tra i viticoltori francesi e le importazioni spagnole. Le proteste hanno evidenziato una crescente tensione sul tema della libera circolazione delle merci all’interno dell’UE, con il governo spagnolo che ha condannato gli atti contro i carichi di vino.

Proteste dei viticoltori francesi: la manifestazione a Narbonne

Da una parte, vi è la preoccupazione per le implicazioni sulla salute pubblica legate al consumo di alcol, dall’altra, i produttori temono che un aumento dei prezzi possa portare a un ulteriore calo delle vendite e, di conseguenza, dei loro redditi.

La situazione di tensione nel settore si è manifestata chiaramente attraverso una serie di proteste e azioni dirette da parte dei viticoltori. Il blocco di caselli autostradali e l’attacco a camion che trasportavano vino dalla Spagna in Francia sono esempi lampanti di questa disperazione.

La manifestazione di Narbonne, che ha visto la partecipazione di circa 6.000 viticoltori, è stata organizzata dalle entità agricole FNSA e JA. I manifestanti hanno richiesto interventi governativi per fronteggiare la crisi, esprimendo il desiderio di “vivere del proprio lavoro“. Un chiaro messaggio inviato al governo riguarda la necessità di maggior supporto in un settore fortemente colpito da inflazione e siccità.

Le risposte del governo francese e spagnolo

Frédéric Rouanet, presidente dell’Associazione dei Vignerons dell’Aude, ha enfatizzato la gravità della situazione, sollecitando un pacchetto di salvataggio finanziario da parte del governo francese. Il ministro dell’Agricoltura francese ha proposto aiuti: l’istituzione di un fondo di emergenza da 20 milioni di euro per i produttori in difficoltà è stato presentato come un segnale importante, così come l’allocamento di fondi per la gestione delle eccedenze di vino. Tuttavia, al momento questa risposta non sembra affatto sufficiente per placare le preoccupazioni dei viticoltori. Dall’altra parte, il governo spagnolo ha espresso disappunto per le azioni che minacciano il libero scambio nell’UE.

Tradizione e innovazione nel settore francese

Nonostante le difficoltà attuali, l’industria vinicola francese vanta una ricca storia e una reputazione di eccellenza a livello mondiale, e a testimoniarlo sono anche i recenti numeri in merito alla vendemmia 2023 e alle quantità di vino prodotte.

Proprio la regione della Linguadoca-Rossiglione, ad esempio, ha visto una significativa trasformazione e modernizzazione nel corso degli ultimi decenni, grazie anche alle riforme dell’Unione Europea. L’arrivo di una nuova generazione di viticoltori ha contribuito a portare freschezza e innovazione, mantenendo alto il prestigio dei vini francesi a livello internazionale.

Guardando al futuro, è evidente che l’industria vinicola francese necessita di una visione strategica a lungo termine per affrontare le sfide attuali e quelle future. La collaborazione tra il governo e i produttori diventa a questo punto fondamentale per sviluppare un piano che non solo affronti le questioni immediate, ma che ponga le basi per un’industria vinicola più sostenibile dal punto di vista economico. Altro obiettivo: scongiurare nuove crisi diplomatiche enologiche tra Francia e Spagna.

Com’è andata la vendemmia 2023 in Francia

La produzione di vino francese nel 2023 è prevista a circa 47 milioni di ettolitri, con un aumento del 2% rispetto al 2022 e del 6% oltre la media del quinquennio 2018-2022, secondo l’agenzia “Agreste” del ministero dell’Agricoltura francese. Mentre la produzione di vini Dop è cresciuta del 3%, quella dei vini da Brandy ha avuto un incremento record del 18%, nonostante una diminuzione dell’8% per i vini Igp.

La produzione è calata a Bordeaux e nel Languedoc-Roussillon, ma ha visto incrementi significativi in Champagne, Charentes e Borgogna. In particolare, Champagne ha superato del 16% la produzione del 2022 e del 47% la media degli ultimi cinque anni. In Borgogna, la produzione è al livello record del 2018, specialmente per i vini bianchi, con previsioni di un aumento del 12% rispetto all’anno scorso e del 22% oltre la media quinquennale per i vigneti della Borgogna-Beaujolais.

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