Dei Egizi: la Triade venerata a Elefantina

Stiamo per concludere il nostro viaggio alla scoperta delle divinità che hanno arricchito l'universo della mitologia egizia. L'occasione è propizia per parlare de la Triade di Elefantina

Sappiamo che nell’antico Egitto erano venerati numerosi Dei e che oggi, sono considerati tra le figure più importanti della mitologia egizia. Abbiamo conosciuto Atum-Ra il dio del Sole, la tragica storia di Iside e OsirideThot il Dio della saggezza e anche le vicende del coraggioso Horus.
Ma prima di tutti loro, durante il periodo predinastico, altri Dei Egizi ricoprivano le alte gerarchie della religione locale, molti dei quali venivano rappresentati come delle triadi costituite da padre, madre e figlio/a.

A seconda delle civiltà che vivevano lungo il Nilo, possiamo distinguere diversi gruppi. Tra questi, abbiamo la triade di Elefantina.

Dei Egizi poco popolari: la Triade di Elefantina

La Triade era costituita da tre divinità potenti e molto venerate soprattutto in quella che oggi rappresenta la città di Esna. Successivamente, con l’arrivo delle religioni cristiane, queste entità mitologiche vennero rese meno astratte dal clero, venendo descritte come nuclei familiari.

Khnum era il capostipite di questi dei egizi, seguiva poi la sua compagna Setis e la figlia Anuqet. Tutti e tre venivano adorati e al tempo stesso temuti.

Khnum, il capo degli Dei Egizi

Questa prima entità della mitologia egizia veniva anche chiamato Netjeru (venerato in modo particolare nell’attuale Assuan, località Abu).

Egli aveva un corpo umano ma il suo volto era quello di un animale, il montone, con le tipiche corna a cavatappi.

Questo perché l’animale rappresentava, per il popolo di Kemet, la fecondità, identificando il Dio come colui che crea la vita attraverso il fiume Nilo.

khnum
Khnum è il primo di questa triade di Dei Egizi poco conosciuta

Non a caso, uno dei templi a lui dedicato fu chiamato “Gioia di Vivere“.

Secondo il mito, il popolo prestò sempre meno interesse al Dio, smisero di ringraziarlo con le offerte e praticare il culto, diventando insensibili al benestare che l’entità consentiva.

Come vendetta, Khnum portò la carestia per ben 7 anni. Ma un sacerdote che venerava il Dio Thot, intuì che Khnum era stato offeso e che dunque, la distruzione sarebbe stata – da lì in poi – imminente.

Per interrompere la punizione, Djoser – faraone della III dinastia, morto nel 2660 a.C. – in rappresentanza del popolo, chiese perdono per i peccati commessi, donando – al Dio – terre, offerte e molto altro.

Placata l’ira dell’entità divina, la carestia cessò e la vita tornò a riemergere lungo le sponde del Nilo; Khnum rese la terra fertile con una piena controllata e mai ostile.

Tramite questa leggenda, tramandata da faraone a faraone, uno dei piu potenti di quei tempi si fece chiamare Khum-Khufuweii che letteralmente viene tradotto come “Khnum mi protegge” e che noi conosciamo come Cheope.

Satit, la moglie di Khnum

Tra questi Dei Egizi, risalta una seconda figura altrettanto importante: la compagna di Khnum, Satit.

Era una Dea guerriera – a volte associata all’occhio di Ra – raffigurata come una donna con l’abito attillato e una corona alta bianca simbolo dell’alto Egitto ma con due corna da gazzella e il volto dell’animale.

Il suo nome assume un significato particolare, forse legato alla sua forma selvatica o all’abito: l’atto dell’amore con sé stessi.

Satit, letteralmente, viene tradotto “eiaculazione”; una probabile teoria sta in un mito dove il Dio Atum era assuefatto dalla dea e lo straripamento del Nilo era associato alla masturbazione.

Al di là di questo presunto collegamento, sappiamo per certo che Satit era venerata anche come la dea dell’amore, della fecondità e della caccia – e spesso ritratta con arco e frecce.

Il significato di Anuqet, figlia degli Dei Egizi

Un po’ come quando si tramanda qualcosa di entrambi i genitori ai figli, Anuqet era la Dea del Nilo e della fecondità.

Immaginata dal popolo come una donna con un vestito attillato e una corona simile a quella della Regina Nefertiti (moglie del faraone Akhenaton) ma con l’aggiunta di piume.

Anuket
Anuket è la figlia di questi antichi e potenti Dei Egizi

Tuttavia la sua figura non è ben chiara a causa di una Damnatio Memoriae da parte degli egiziani convertiti al cristianesimo.

Prima di allora, la Dea compariva nelle rappresentazioni funebri insieme a Tueret, un’altra dea dell’antico Egitto, e insieme simboleggiavano i Deserti del Sud.

La figura di Anuqet veniva rispettata con ogni genere di offerta – cibo, incenso, monili di pietra preziosa come oro e argento – e a lei fu dedicato un tempio sull’attuale Isola di Sehel.

Questa è solo una delle Triadi di Dei Egizi venerati nella mitologia dell’antico Egitto; ne esistono molte altre. Alcune di queste rappresentano sempre quella di Elefantina ma sotto altre rivisitazioni (che dipendono molto dal luogo di appartenenza), altre invece assumono significati completamente diversi. Quali sono? Le approfondiremo più avanti!

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