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Teatro Masini: Gabriele Lavia apre la Stagione di Prosa con “Il sogno di un uomo ridicolo”

Sarà affidato a Gabriele Lavia, figura di spicco del teatro italiano, il compito di inaugurare la Stagione di Prosa 2017/2018 del Masini con la pièce Il sogno di un uomo ridicolo di Fëdor Dostoevskij. Un racconto fantastico sulla storia di un uomo abbandonato, che ripercorre in un viaggio onirico la sua vita e le ragioni per cui si è sempre sentito estraneo alla società. Sul palcoscenico con Lavia, che nello spettacolo ricopre il doppio ruolo di attore e regista, anche Lorenzo Terenzi. Lo spettacolo andrà in scena venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 ottobre alle ore 21.00. 

Un sogno straordinario alla scoperta della “verità”

Il protagonista de Il sogno di un uomo ridicolo, alla soglia dei 46 anni, prende la decisione di togliersi la vita. Tuttavia, dopo essersi addormentato davanti alla pistola carica, inizia un sogno straordinario in cui approda in un altro pianeta simile alla Terra. Qui gli uomini sono puri, innocenti e in quella purezza, lui, per la prima volta, non viene additato come ridicolo. Uno scambio non alla pari, in cui finisce per contaminare in poco tempo la purezza del pianeta, che acquista tutti i difetti della società da cui lui proviene. “È un uomo del sottosuolo, cioè di quell’inferno sulla Terra abitato da dannati che vivono in cupa solitudine, indifferenza, livore nei confronti degli altri”, spiega Lavia. Quello descritto nell’opera è un uomo che ha scoperto il segreto della bellezza e della felicità: ama gli altri come te stesso, una vecchia verità che, nell’assurda proposta d’amore per il prossimo, trova tutta la sua ridicolaggine.

Un’opera di denuncia della società e dei vizi che l’allontanano dalla felicità

Quello descritto nello spettacolo è un uomo consapevole dell’impossibilità di riuscita del suo progetto, ma che nel raccontare questa vecchia verità trova il senso più profondo e l’unico scopo possibile della vita: mostrare la via di salvezza agli uomini, pur sapendo che non vi è possibilità di riuscita e di vittoria.” Il sogno di un uomo ridicolo si rivolge alla società intera e ne denuncia i vizi che la allontanano da una felicità fondata sull’amore e sulla solidarietà, al posto dell’avidità e dell’egoismo. Una felicità fondata sulla condivisione incondizionata anziché sulla presunzione della scienza che teorizza le leggi della felicità. E questa idea ci riporta al messaggio evangelico, di puro amore, di Cristo, al di là di ogni religione. “Il destino ultimo dell’uomo è quello di realizzare una completa comunione con gli altri uomini – conclude Lavia. Questo può avvenire soltanto attraverso l’annullamento della propria individualità e l’amore per il prossimo”.

Un testo con cui l’attore si è confrontato varie volte nella sua carriera

Un testo che Lavia lesse per la prima volta a 18 anni, quando ancora non era un attore. Una storia che, a distanza di tanti anni, “diventa quasi un’ossessione” che decide di rimettere in scena per festeggiare la nascita del Teatro della Toscana. Un’opera che l’attore-regista sceglie per riaffermare con forza come l’indifferenza, la corruzione e la degenerazione non possano essere le condizioni di vita della nostra società. L’individualità come origine e causa dello spirito di separazione tra gli uomini. Gabriele Lavia e Lorenzo Terenzi saranno anche i protagonisti del primo Incontro con gli Artisti della nuova Stagione del Teatro Masini. L’appuntamento è per sabato 28 ottobre alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Masini (l’ingresso all’incontro è gratuito).

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