Dall'emiciclo

Regione, si riparte tra pornografia e alcolismo

Consiglio regionale, scintille tra pornografia e alcolismo. E lo scontro politico diventa folklore.

Scintille in Consiglio regionale, ma poca politica e tanto folklore. Dopo tre mesi l’ultimo scampolo di legislatura riprende con toni accesi e poca sostanza.

Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, ha faticato non poco ieri pomeriggio a mantenere il confronto su toni consoni all’occasione. In più di un momento, infatti, sono volate parole grosse, soprattutto tra il consigliere Mauro Febbo e il presidente Luciano D’Alfonso, con espressioni colorite che sono rimbalzate tra i due schieramenti. Dopo tre mesi di stop per la campagna elettorale delle politiche, le attività all’Emiciclo riprendono nel segno del nervosismo.

Regione, scintille tra pornografia e alcolismo. E lo scontro politico diventa folklore.

Non si sono certo risparmiati in Consiglio regionale tra provocazioni ed espressioni colorite. Primo battibecco tra Pettinari e Balducci: il consigliere del Movimento 5 Stelle, sottolineando il pessimo risultato del Pd alle politiche ha apostrofato il presidente D’Alfonso, sottolineando che con un esito del genere sarebbe dovuto “tornare all’Anas”. In difesa del presidente, Balducci, che ha contrattacato sul passato nell’estrema destra del grillino e con poco lusinghieri commenti sulla sua vita lavorativa. Il culmine si è toccato però con lo scontro tra Febbo e D’Alfonso, nell’ambito della discussione sul dragaggio del porto di Ortona. Al consigliere di Forza Italia che ha usato la parola “abuso” in riferimento all’iter procedurale relativo al dragaggio, D’Alfonso ha risposto a muso duro, dando sostanzialmente dell’ignorante al suo interlocutore, per poi sfociare in espressioni colorite: «Se vogliamo restare nella politica e nella sfera amministrativa è un conto, ma qui si dicono cose che attengono più alla pornografia» o, in seconda battuta, «all’alcolismo». Di contro Febbo ha raccolto solo sul fronte “alcolismo”, insinuando su qualche consumazione di troppo. Fortunatamente il riferimento alla pornografia, invece, è stato ignorato.  Innumerevoli, poi, i riferimenti a “bava alla bocca” e “sangue sulle gengive” rimpallati da una parte e dall’altra. Nel mezzo, gli appelli del presidente Di Pangrazio ad abbassare i toni. Più deciso Maurizio Di Nicola: «Se dobbiamo confrontarci su questioni concrete ci sto, ma se dobbiamo continuare così me ne vado». Dall’opposizione hanno ironicamente salutato il consigliere di maggioranza, ma comunque il clima si è rasserenato quel tanto che è bastato a non costringere Di Pangrazio a sospendere la seduta.

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Il primo giorno da assessore per D’Ignazio. In forse l’ingresso di Mazzocca.

Al di là del folklore che ha caratterizzato la prima seduta post elezioni, pochi i contenuti politici. Per il momento resta a “mezzo servizio” Mario Mazzocca, sottosegretario con delega all’Ambiente e alla Protezione civile che potrebbe diventare assessore a tutti gli effetti, qualora il confronto con il Pd portasse ad Art. 1 – Mdp i risultati sperati con una “svolta” che superi la stagione di D’Alfonso e alcune misure concrete. Nel frattempo ha fatto il suo ingresso ufficiale in Giunta Giorgio D’Ignazio, eletto nel Nuovo Centro Destra, ma passato nella lista della Lorenzin alle scorse politiche. Da lì il passaggio nel centrosinistra anche in Regione. Una presenza importante, ieri, anche per i numeri della maggioranza, che non ha potuto contare sulla presenza degli assessori dimissionari Di Matteo e Gerosolimo e del consigliere Mario Olivieri. In realtà, come vedremo, i numeri sono saltati lo stesso, dopo che il presidente D’Alfonso e Camillo D’Alessandro sono andati via, per impegni in Parlamento.

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D’Alessandro saluta, D’Alfonso no.

Ultimo intervento da consigliere regionale per Camillo D’Alessandro che ieri ha salutato i colleghi. Il consigliere del Pd eletto alla Camera sarà sostituito da Antonio Innaurato, primo dei non eletti. D’Alessandro ha colto l’occasione dell’intervento sull’odg relativo alle riduzioni per i pendolari per salutare i colleghi e annunciare le proprie dimissioni per dedicarsi completamente all’attività di deputato. Resta invece al suo posto il presidente D’Alfonso, che ha intenzione di tenere il piede in due staffe fino a quando la legge e i cavilli burocratici glielo permetteranno. Nel frattempo si dedicherà ad entrambi i ruoli, o almeno ci proverà. Già ieri i lavori in Aula hanno risentito di questa impostazione: come annunciato a inizio Consiglio, D’Alfonso alle 18,30 ha dovuto abbandonare l’Aula per recarsi a Roma. Con lui, D’Alessandro. A quel punto la seduta è saltata. Nel frattempo erano state discusse interrogazioni e interpellanze, mentre sono rimaste fuori diverse proposte di legge, tra cui quella del dimezzamento dei rimborsi forfettari ai consiglieri. L’ultimo Consiglio regionale si era svolto a fine gennaio, poi lo stop per le politiche. «Ci rivediamo nel 2019» ha ironizzato Pietro Smargiassi (M5S). Lo stesso consigliere pentastellato ha poi sottolineato ai microfoni del Capoluogo.it: «Oggi è stato dimostrato ancora una volta che la Regione è sotto sequestro, l’Ente non può legiferare per il doppio ruolo del presidente-senatore. Fino alle 17 fa il governatore, dalle 17,10 fa il senatore e la Regione rimane ferma perché lui ha impegni al Senato».

lolli studenti

Lolli e gli studenti.

Mentre era in corso la seduta del Consiglio regionale, il vicepresidente Lolli ha incontrato fuori dall’Aula alcuni studenti universitari , in sit in davanti al Palazzo dell’Emiciclo, i quali hanno ribadito le richieste relativamente alla copertura delle borse di studio. Lolli ha cercato di instaurare un dialogo con gli studenti, ma con alterni risultati. Sulla questione si sono poi espressi in serata il sottosegretario Mazzocca e l’assessore Sclocco: «Avevamo predisposto un emendamento alla Finanziaria con il quale si intendeva assegnare al Dipartimento della Giunta Regionale competente, per l’anno 2018, una somma pari ad euro 1.400.000, al fine di dare copertura alla quota di compartecipazione di competenza della regione pari al 40% dell’assegnazione relativa al fondo integrativo statale necessaria per la concessione delle borse di studio. Con questo provvedimento la Regione avrebbe oggi attuato un importante aspetto del diritto allo studio, qual è appunto quello dei sussidi concessi attraverso le borse di studio. Per questo motivo, nei giorni scorsi, in un incontro con una delegazione di studenti, avevamo assicurato il nostro impegno per una soluzione del problema che era a portata di mano, vista anche la disponibilità dimostrata dall’Assessore al Bilancio Silvio Paolucci nel dare una risposta positiva ai timori nutriti da tanti studenti che frequentano le università abruzzesi. Ma, a causa dell’opposizione del Gruppo M5S, così non è stato preferendo non risolvere un problema che interessa comunque migliaia di giovani, ma battere sulla gran cassa di vaghe e irrealizzabili promesse di redditi universalistici. A questo punto riproporremo nel prossimo Consiglio Regionale l’emendamento».

I documenti approvati: tasse e trasporti.

Al di là degli scontri politici, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal consigliere Pierpaolo Pietrucci che impegna il Presidente e il vicepresidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio Regionale a sostenere presso il Governo e le istituzioni la diffida presentata da Comune dell’Aquila e Regione in accordo con tutte le imprese, partite Iva e associazioni di categoria, colpite dal recupero degli sgravi fiscali di cui le stesse imprese hanno beneficiato dopo il terremoto del 2009. «È una vicenda – ha spiegato Pietrucci – di cui si discute tanto in questi giorni, e che rappresenta un vero e proprio spartiacque, una battaglia che se perduta rischia di mettere in ginocchio l’economia del nostro territorio. C’è una unità di azione e di intenti da parte delle istituzioni e del tessuto delle imprese, che si compie sia sul versante politico che giudiziario». Approvato anche il progetto di legge che prevede sostegno al pendolarismo studentesco nelle aree svantaggiate. La norma garantisce misure di sostegno anche nei Comuni montani delle aree interne abruzzesi con la riduzione del 10% del costo del titolo di viaggio per gli studenti, tra gli 11 e i 26 anni, che usufruiscono del trasporto pubblico.

 

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