L'Aquila 2009-2011, due anni di terremoto

Il terremoto dell'Aquila due anni dopo. Venti luoghi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 fotografati il giorno stesso, un anno dopo e adesso, a distanza di due anni, per fare un punto sullo stato della ricostruzione

Venti luoghi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 fotografati il giorno stesso, un anno dopo e adesso, a distanza di due anni, per fare il punto sulla ricostruzione. È lo speciale interattivo preparato dal Centro a due anni di distanza dal terremoto dell'Aquila.

INTERATTIVO L'Aquila da sisma a oggi

Le immagini più che qualsiasi altra cosa documentano la lentezza con cui procede la ricostruzione. Ci sono immagini simbolo come quella della prefettura, semidistrutta due anni fa e che è quasi come allora. O quelle della chiesa delle Anime Sante con la sua cupola ingabbiata e coperta da un telo. Oppure le immagini delle macerie di San Gregorio, sempre allo stesso posto da due anni. Come nulla è cambiato alla Casa dello Studente sotto le cui macerie sono morti otto ragazzi.

Nelle fotografie ci sono tante macerie, ma non solo. L'obiettivo del fotografo Valerio Simeone, che di anno in anno immortala il post-terremoto, si concentra proprio su questo. C’è la vita di tutti i giorni all’Aquila. Come gli alloggi provvisori, che nel 2010 erano una novità, mentre ora sono le case della nuova città. Case in cui i bimbi che crescono e gli uomini che invecchiano.

Proprio il mutare del tempo sulle persone stride con ciò che hanno alle spalle. Intorno agli aquilani tutto è fermo. Ai pochi cambiamenti che ci furono tra il 6 aprile 2009 e il 6 aprile 2010, è seguito il nulla. Mattoni, puntellamenti e soluzioni provvisorie sono diventate un punto fermo del quadro urbano. Gli unici cambiamenti sono quelli imposti dalla natura: le persone che invecchiano e i cespugli che crescono sulle macerie.

Le venti fotografie scelte per il nostro speciale sono accompagnate dai testi scritti da Giustino Parisse. Per ogni immagine c'è un aneddoto e un ricordo. Un pensiero rivolto al passato dei luoghi e delle persone immortalati negli scatti. Uno sguardo al futuro nella speranza che nel 2012 non si possa ripetere l’amara constatazione di oggi: tutto è come all’indomani del sisma.

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