Il S. Rosario preghiera completa

20rosarioMaggio è sempre, e ancora, il mese di Maria. Numerose e significative sono in Italia ed in tanti altri Paesi del mondo, le ricorrenze e le manifestazioni di religiosità e di folclore popolare che confermano questa stretta relazione. Maria è la creatura che più ha beneficiato dell’opera redentrice del Signore e nello stesso tempo è colei che più ha cooperato con Cristo all’opera della nostra salvezza. La salvezza è dono di Dio, ma è sgorgata dall’interno dell’umanità di Maria.
Ecco perché il ruolo della Vergine è unico, unica la sua missione, unica la sua dignità. Maria sta al centro della Chiesa. È madre e modello esemplare di santità. Il Concilio Vaticano II ed tanti documenti del magistero hanno messo in evidenza questa missione di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa ed i privilegi di cui l’ha arricchita la Ss. Trinità.
Durante le sere di maggio, in ogni chiesa, si recita il Santo Rosario: corona di rose; riflessione orante sulla vita di Gesù, fatta con Maria attraverso alcuni quadri evangelici, i “misteri”. Recitare il Rosario non è altro che contemplare il volto di Cristo. Giovanni Paolo II diceva: “Il Rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Esso è via per condurci ad una conoscenza più profonda del mistero del Redentore”.
Preghiera antica, il Rosario, che deriva dal bisogno di pregare in modo semplice e ripetitivo, di esprimere la propria devozione alla Madonna e di interiorizzare ciò che viene espresso attraverso le parole. Il suo valore sta nell’essere essenzialmente evangelico, in quanto i misteri provengono dal Vangelo; contemplativo in quanto permette di meditare la vita, la passione, la morte e la gloria di Gesù e nello stesso tempo di sua Madre, Maria Santissima.
E di intercessione alla Vergine per i nostri cari e per l’intera umanità. Sarebbe bello ed alquanto arricchente tornare a recitare il S. Rosario in famiglia. Come si faceva un tempo, quando al termine della faticosa giornata, le nonne tiravano fuori dalla tasca dei logori grembiuli la “corona”.
E tutti, grandi e bambini, si rivolgevano con fiducia a colei che ci ha donato Gesù.

(i.f.)