Procuratore Cafiero de Raho: “Serve piano di repressione, Salvini venga a Napoli ogni mese”

Don Ciotti, presidente nazionale di Libera: “repressione da sola non basta”

Lo Stato centrale deve intervenire per combattere la camorra con un lavoro sistematico. Napoli è un caso nazionale. Significative le dichiarazioni del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho intervistato dal quotidiano ‘la Repubblica”. “Queste sono scene da Medioevo. Chi vive a Napoli non può accettare il rischio di essere colpito così, o peggio, di veder cadere a questo modo una figlia, un figlio, i più indifesi esposti alle pallottole di una camorra senza freni, disposta a sparare in pieno centro. Quelli di Napoli sono cittadini italiani a cui dobbiamo una risposta più forte. Che meritano un intervento dello Stato centrale: un investimento più radicale e costante sulla sicurezza nella capitale del Sud”, dice il procuratore Federico Cafiero de Raho a Repubblica, chiedendo che Salvini, oltre a più poliziotti, vada a Napoli una volta al mese. “La risposta deve arrivare dagli organi centrali – sottolinea – a Napoli vi è una scuola di investigatori e magistrati di assoluta qualità, vertici di grande competenza guidano polizia, carabinieri, Finanza” ma “se nonostante tutti gli sforzi, il crimine assume a Napoli forme così violente o con un agguato in cui finisce ferita una bimba, o con il fenomeno delle scorrerie armate che chiamano ‘stese’ — significa che i mezzi non sono sufficienti. Allora il governo assuma e istituzionalizzi questo fronte. A Napoli ci sono poco meno di 90 gruppi criminali: molti, instabili. Un tavolo nazionale, il comitato per la sicurezza. Ogni mese: Ministro dell`Interno, capo della polizia, comandante generale dell`Arma e della Finanza, i livelli giudiziari. Piano di prevenzione e repressione, ma dispiegando tutta la ‘strumentazione’ che la nostra legislazione antimafia, la migliore al mondo, ci offre”. Questo “significa andare nei quartieri: ogni giorno, per giorni. Controlli in strada e mega perquisizioni degli isolati, casa per casa, piazza per piazza. Scardinare nella sua arroganza la presenza criminale. Mentre, intanto, continua il lavoro d`intelligence. Le due direzioni: con risorse adeguate“.

DON CIOTTI, REPRESSIONE DA SOLA NON BASTA – Il presidente nazionale di Libera, Don Ciotti è convinto che la criminalità organizzata può essere debellata con interventi e azioni sociali per rimuovere le cause. Dobbiamo avere l’onestà e il coraggio di riconoscerlo: la repressione è fondamentale ma insufficiente. Non bastano le indagini, gli arresti, i processi, se non si lotta contro quel male che è brodo di coltura di mafie e corruzione: le disuguaglianze, i diritti degradati a privilegi, la distruzione o la privatizzazione dei beni comuni -afferma Don Ciotti, presidente nazionale di Libera – Come non basta la speranza quando non diventa impegno personale e collettivo a costruire una società del “noi” e non dell'”io”, della relazione e non dell’esclusione, dell’essere e non dell’avere. Una società dove per un bambino il gioco sia incontro con la gioia e con la vita, non con la sofferenza e con la morte”

 

 

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