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Il Papa: “Successo, potere e denaro sono idoli che illudono e schiavizzano”

8 agosto 2018 | 11:35
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Il Papa: “Successo, potere e denaro sono idoli che illudono e schiavizzano”

Francesco: “Danno l’illusione della libertà e invece schiavizzano, perché l’idolo sempre schiavizza”

Città del Vaticano – “Successo, potere e denaro. Sono le tentazioni di sempre! Danno l’illusione della libertà e invece schiavizzano, perché l’idolo sempre schiavizza. C’è il fascino e tu vai. Quel fascino del serpente, che guarda l’uccellino e l’uccellino rimane senza potersi muovere e il serpente lo prende”.

Papa Francesco prosegue il ciclo di catechesi sui Dieci Comandamenti, soffermandosi, ancora una volta, sul tema dell’idolatria. Ai pellegrini che affollano l’Aula Paolo VI spiega come “la natura umana, per sfuggire alla precarietà cerca una religione ‘fai-da-te'”, ovvero: “se Dio non si fa vedere, ci facciamo un dio su misura”.

L’idolatria, fa notare, “nasce dall’incapacità di confidare soprattutto in Dio, di riporre in Lui le nostre sicurezze, di lasciare che sia Lui a dare vera profondità ai desideri del nostro cuore. Questo permette di sostenere anche la debolezza, l’incertezza e la precarietà”.

E ammonisce: “Senza primato di Dio si cade facilmente nell’idolatria e ci si accontenta di misere rassicurazioni”. Il Santo Padre pone poi l’accento sulla liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù del faraone: “Liberare il popolo dall’Egitto a Dio non è costato tanto lavoro; lo ha fatto con segni di potenza, di amore”.

“Ma il grande lavoro di Dio è stato togliere l’Egitto dal cuore del popolo, cioè togliere l’idolatria dal cuore del popolo. E ancora Dio continua a lavorare per toglierla dai nostri cuori. Questo è il grande lavoro di Dio: togliere ‘quell’Egitto’ che noi portiamo dentro, che è il fascino dell’idolatria”.

La settimana scorsa Francesco aveva definito gli idoli come oggetti/modi di vivere che “chiedono sangue”, rendendo l’uomo “cieco all’amore” e non più libero. Oggi ribadisce; “La libertà dell’uomo nasce dal lasciare che il vero Dio sia l’unico Signore. E questo permette di accettare la propria fragilità e rifiutare gli idoli del nostro cuore”.

Il male cerca di persuaderci che la morte è la fine di ogni cosa, ma Cristo Risorto ci apre un orizzonte di vita eterna!

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 8 agosto 2018

E conclude: “Siamo stati guariti proprio dalla debolezza di un uomo che era Dio, dalle sue piaghe. E dalle nostre debolezze possiamo aprirci alla salvezza di Dio. La nostra guarigione viene da Colui che si è fatto povero, che ha accolto il fallimento, che ha preso fino in fondo la nostra precarietà per riempirla di amore e di forza”.

All’Udienza di oggi, riferisce l’Osservatore Romano, era presenta anche Sting, che ha presentato al Papa contenuti e obiettivi dello spettacolo “Giudizio Universale. Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel”, in scena all’Auditorium Conciliazione.

Prodotto con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani, l’originale spettacolo ha per protagonista assoluta proprio la Cappella Sistina. A realizzarlo è stato Marco Balich, ideatore di cerimonie olimpiche.

“Quando ho visto la Cappella Sistina – confida il musicista, che è autore del tema principale – sono rimasto folgorato dal genio di Michelangelo. Fare una ‘colonna sonora’ di una simile visione è un’esperienza mistica!”.

Particolarmente attento alla dimensione spirituale e alle questioni solidali – già nel 1989 scrisse di suo pugno a Giovanni Paolo II per sostenere la causa dei popoli dell’Amazzonia – Sting, al termine dell’udienza, ha nuovamente visitato la Cappella Sistina, sostando anche nella Cappella Paolina e nella Sala Regia.

(Il Faro online)