Ritirato l'emendamento

Scuola, Decreto Semplificazioni: salta il concorso riservato ai docenti precari di religione

28 gennaio 2019 | 09:18
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Scuola, Decreto Semplificazioni: salta il concorso riservato ai docenti precari di religione

Ritirato l’emendamento 10.0.3 della Lega sull’avvio della procedura concorsuale riservata agli insegnanti supplenti di religione cattolica

Scuola – Ritirato l’emendamento 10.0.3 della Lega sull’avvio della procedura concorsuale riservata agli insegnanti supplenti di religione cattolica, esclusi anche dall’ultimo bandito per infanzia e primaria come per Dirigente scolastico.

Marcello Pacifico (Anief): “Ai docenti di religione precari in possesso dell’idoneità diocesana ignorati dalla politica non rimane altro che ricorrere ai tribunali del lavoro per chiedere la stabilizzazione e il giusto risarcimento per l’abuso dei contratti a termine”.

Si complica il percorso dei docenti precari di religione cattolica verso la stabilizzazione, dopo anni ed anni di supplenze: alla vigilia dell’approdo in Aula del Senato del decreto-legge 135/18 Semplificazioni, il cui esame è previsto a partire da domani alle ore 10.00, si scopre che la parte del testo as 989 a/bis, licenziato dalla I e dalla VIII Commissione di Palazzo Madama, riguardante questa categoria di insegnanti non sarà nemmeno valutata: l’emendamento 10.0.3. al ddl 989 – a firma dei senatori Pittoni, Barbaro, Nisini, Rufa, Augussori, Saponara, Campari, Faggi, Pepe, Pergreffi – è stato infatti ritirato.

Attraverso l’emendamento leghista, il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica nella scuola statale si sarebbe dovuto realizzare assegnando la metà dei posti ai vincitori dei concorsi ordinari e l’altra metà ai vincitori delle sessioni riservate ai precari con almeno 36 mesi di servizio svolti, dopo comunque avere assorbito tutti gli idonei del concorso del 2004. Con la decisione di introdurre la sessione riservata rientrava nell’idea del Fit transitorio per la scuola secondaria previsto dal decreto legislativo 59/2017.

“Sul ripensamento del partito di maggioranza – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non si hanno spiegazioni ufficiali: di sicuro, sulla decisione finale hanno avuto la loro influenza le proteste dei tanti insegnanti precari esclusi dal paletto imposto dai proponenti dell’emendamento della Lega con cui si pretendeva che i 36 mesi di servizio fossero stati svolti negli ultimi dieci anni. Ma anche la cervellotica decisione di impedire ai candidati di trovare posto nella propria provincia”.