Altro che veti sulle candidature e propaganda di Salvini. La quarta gamba del centrodestra, la lista “Noi con l’Italia” di Raffaele Fitto, Saverio Romano, e dell’ex Ap Maurizio Lupi alla quale si è unito pure l’Udc di Cesa, è convinta di avere dalla propria la forza dei numeri. Oltre che il sostegno di Silvio Berlusconi e Forza Italia, contro i diktat del Carroccio. “Segnatevi questo numero: 6%“, ha rivendicato lo stesso Raffaele Fitto, nel corso della presentazione del simbolo congiunto della lista. Ma non solo: “Salvini? Un alleato, ma noi porteremo le nostre proposte: niente stop sull’obbligo dei vaccini, niente uscita dall’euro“, ha precisato lo stesso eurodeputato ex Fi. E ancora, al di là delle rivendicazioni leghiste, “l’abolizione della legge Fornero è impossibile“, ha aggiunto Lupi.
In pratica, un asse totale o quasi con il leader azzurro Silvio Berlusconi e Forza Italia, per togliere la “golden share” della coalizione al segretario leghista. Nemmeno Fitto sembra volere negare l’intesa con l’ex Cav: “Chiaro che l’idea di riaggregare quest’area sia nata nel rapporto con Forza Italia”, ha aggiunto l’eurodeputato, che sembra aver già dimenticato l’addio rovente dallo stesso partito azzurro, in rotta con Berlusconi. Ora, l’asse è tornato. Tanto che pure sul nodo dei collegi, l’unico a rischiare davvero sembra Flavio Tosi, l’ex leghista espulso dal Carroccio a trazione salviniana. E assente alla presentazione del simbolo.
Le stesse possibili larghe intese future, che tutti o quasi negano al momento, potrebbero non essere più un tabù, in assenza di numeri certi. Certo, al momento prevale la campagna elettorale: “Noi saremo indispensabili per la vittoria del centrodestra. Forniremo i numeri per governare”, ha rivendicato Fitto. E lo stesso Cesa ha aggiunto: “Mai inciuci il giorno dopo”. Ma c’è chi, come l’ex ministro Dc Paolo Cirino Pomicino, pur nei panni del semplice militante, sembra riportare tutti alla realpolitik: “Grande coalizione in caso mancassero i numeri e lo chiedesse il presidente Mattarella? Con la Dc abbiamo sempre guardato agli interessi del Paese. E noi, battendo il terrorismo, abbiamo fatto l’accordo con il Partito comunista quando, a guidarlo, in realtà era Brežnev…”, ha azzardato. Tradotto, tutto resta possibile: “Il centrodestra può vincere, ma se non sarà così ci porremo il problema di governare il Paese e non lasciarlo allo sbando”.
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