I carabinieri hanno arrestato in località Ponte Vecchio di Gioia Tauro Vincenzo Di Marte, di 37 anni, indicato come elemento di spicco della cosca “Pesce” della ‘ndrangheta. Di Marte era latitante dal giugno 2015 quando si era sottratto ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Distrettuale, perché ritenuto responsabile di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravato dalla transnazionalità della condotta e con la finalità di agevolare il rafforzamento economico delle cosche di ‘ndrangheta dei “Pesce” di Rosarno e degli “Alvaro” di Sinopoli (operazione “Santa Fé”). Capi di accusa che nello scorso luglio hanno portato alla sua condanna in primo grado a 14 anni di reclusione. Di Marte è stato sorpreso all’interno dell’abitazione al piano terra, dove aveva trovato rifugio da qualche giorno. Nella sua disponibilità i carabinieri hanno trovato documenti di identità falsi, oltre a 12 mila euro in contanti, un tablet ed alcuni cellulari, materiale che é stato tutto sequestrato. Nella circostanza sono state arrestate per favoreggiamento personale e poste ai domiciliari altre quattro persone che vivevano nello stesso stabile in cui si nascondeva il latitante. Si tratta di due coppie di coniugi che con la loro condotta avrebbero aiutato Di Marte a sottrarsi alla cattura. Vincenzo Di Marte era stato recentemente inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi insieme ad Emanuele Cosentino, di Palmi, arrestato in Germania nello scorso mese di marzo dai carabinieri di Reggio Calabria. L’arresto di Di Marte é stato eseguito dai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, del Nucleo investigativo di Reggio Calabria e dello Squadrone eliportato cacciatori di Calabria.

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