Leo ha 14 anni, lo sguardo sveglio e sempre una maglietta color marrone con una fantasia improbabile e decisamente fuori moda. Lui ha molti fratelli e sorelle dei quali, per imperscrutabili motivi ignoti a diversi cittadini benpensanti, è diventato il padre e la madre. Si occupa quotidianamente di accompagnare a scuola i più piccoli e di andare dal medico di base per le medicine e le visite dei fratelli maggiori.

Leo non frequenta più la scuola impegnato al mattino a correre a destra e sinistra e a fare quello che alla sua età non dovrebbe rappresentare un impegno così coinvolgente ma tanto è. La prima volta che l’ho incontrato ebbi subito la sensazione di trovarmi al cospetto di un ragazzino molto intelligente e particolarmente educato. Lo accompagnava al mio studio un anziano sacerdote dall’accento lombardo e dagli occhi profondi che mi aveva chiesto di occuparmi della salute di questo ragazzino. Ormai conosco Leo e molti dei suoi giovani familiari ed amici e sto provando con scarsi risultati a farmi insegnare nella sua lingua parole che riguardano la mia professione.

Una volta è arrivato inzuppato d’acqua al mio studio perché nessuno gli aveva suggerito di indossare qualcosa di diverso della sua immancabile maglietta. In un’altra circostanza ha saltato un appuntamento perché, non avendo in tasca nemmeno i soldi del biglietto della metropolitana, aveva provato a sfidare la sorte ed era stato cortesemente bloccato alla stazione di partenza.
Leo il prossimo anno riprenderà a frequentare la scuola anche se il fatto che sappia parlare due lingue oltre all’italiano probabilmente non gli consentirà di raggiungere i risultati brillanti dei suoi coetanei.

Da tempo ha intrapreso un lungo e complesso trattamento medico che gli permetterà di sorridere come tanti suoi compagni di scuola. Non è tanto, forse è niente ma oggi lui sa che esistono anche altre persone in grado di accoglierlo. Accoglierlo come un ragazzo, semplicemente un ragazzo. Da qualche giorno si sente echeggiare dai palazzi del potere una voce che invoca per Leo ed i suoi familiari un censimento.

“Purtroppo” Leo è italiano ed è solo un giovane con la pelle olivastra e i modi gentili. E io penso di non riuscire a trovare una risposta alla necessità invocata da un ministro della Repubblica italiana del governo Lega – Cinque stelle di raccogliere il suo nome e quello dei suoi fratelli in un libro a parte. Confondere la lotta alla povertà con la lotta ai poveri è orribile.
E racchiudere in un libro i poveri è semplicemente vergognoso.
E molto pericoloso.

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