Un auspicio per “una rinascita morale e spirituale della città”. Dopo le ultime vicende giudiziarie che hanno scosso il comune di Roma, Papa Francesco è arrivato in Campidoglio dove ha pronunciato un discorso soft sul tema della legalità, ma qualche riferimento non è mancato. E rivolgendo un appello all’accoglienza dei migranti. Bergoglio è stato il quarto Pontefice a varcare la soglia della sede del Comune di Roma, accolto dalla sindaca Virginia Raggi, esattamente dieci anni dopo Benedetto XVI. Una visita annunciata prima dell’arresto per corruzione del presidente del Consiglio comunale capitolino, Marcello De Vito, ma confermata nonostante tutto da Francesco. Proprio De Vito, secondo il programma approvato dal Campidoglio e dal Vaticano, avrebbe dovuto pronunciare il discorso di saluto al Papa nell’Aula Giulio Cesare, dove si riunisce il Consiglio comunale. Bergoglio non ha voluto, però, prendere la parola dai banchi della presidenza, come era stato ipotizzato in un primo momento, ma ha preferito rivolgersi all’assemblea da un leggio posizionato per l’occasione davanti ai membri del Consiglio comunale. 

Francesco ha affermato che “la peculiare identità storica, culturale e istituzionale di Roma postula che l’Amministrazione capitolina sia posta in grado di governare questa complessa realtà con strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse. Ancora più decisivo, però, è che Roma si mantenga all’altezza dei suoi compiti e della sua storia, che sappia anche nelle mutate circostanze odierne essere faro di civiltà e maestra di accoglienza, che non perda la saggezza che si manifesta nella capacità di integrare e far sentire ciascuno partecipe a pieno titolo di un destino comune”. Per Bergoglio, infatti, “Roma esige e merita la fattiva, saggia, generosa collaborazione di tutti; merita che tanto i privati cittadini come le forze sociali e le pubbliche istituzioni, la Chiesa cattolica e le altre comunità religiose, tutti si pongano al servizio del bene della città e delle persone che la abitano, specialmente di quelle che per qualsiasi ragione si trovano ai margini, quasi scartate e dimenticate o che sperimentano la sofferenza della malattia, dell’abbandono o della solitudine”.

Nel suo discorso al Consiglio comunale, Francesco ha ricordato anche il celebre convegno sui “mali di Roma”, svoltosi 45 anni fa, e che all’epoca destò molto scalpore. “Esso – ha sottolineato il Papa – si impegnò a tradurre in pratica le indicazioni del Concilio Vaticano II e consentì di affrontare con maggiore consapevolezza le reali condizioni delle periferie urbane, dove erano giunte masse di immigrati provenienti da altre parti d’Italia. Oggi quelle e altre periferie hanno visto l’arrivo, da tanti Paesi, di numerosi migranti fuggiti dalle guerre e dalla miseria, i quali cercano di ricostruire la loro esistenza in condizioni di sicurezza e di vita dignitosa. Roma, città ospitale, è chiamata ad affrontare questa sfida epocale nel solco della sua nobile storia; ad adoperare le sue energie per accogliere e integrare, per trasformare tensioni e problemi in opportunità di incontro e di crescita”.

Dal Papa un invito affinché la Capitale sappia trarre dalla sua cultura “le risorse di creatività e di carità necessarie per superare le paure che rischiano di bloccare le iniziative e i percorsi possibili. Questi potrebbero far fiorire la città, affratellare e creare occasioni di sviluppo, tanto civico e culturale, quanto economico e sociale. Non si temano la bontà e la carità. Esse sono creative e generano una società pacifica, capace di moltiplicare le forze, di affrontare i problemi con serietà e con meno ansia, con maggiore dignità e rispetto per ciascuno e di aprirsi a nuove occasioni di sviluppo”.

Del resto, come ha spiegato Bergoglio, “Roma, lungo i suoi quasi 2.800 anni di storia, ha saputo accogliere e integrare diverse popolazioni e persone provenienti da ogni parte del mondo, appartenenti alle più varie categorie sociali ed economiche, senza annullarne le legittime differenze, senza umiliare o schiacciare le rispettive peculiari caratteristiche e identità. Piuttosto ha prestato a ciascuna di esse quel terreno fertile, quell’humus adatto a far emergere il meglio di ognuna e a dar forma – nel reciproco dialogo – a nuove identità. Questa Città ha accolto studenti e pellegrini, turisti, profughi e migranti provenienti da ogni regione d’Italia e da tanti Paesi del mondo. È diventata polo d’attrazione e cerniera. Cerniera tra il nord continentale e il mondo mediterraneo, tra la civiltà latina e quella germanica, tra le prerogative e le potestà riservate ai poteri civili e quelle proprie del potere spirituale. Si può anzi affermare che, grazie alla forza delle parole evangeliche, si è qui inaugurata quella provvida distinzione, nel rispetto reciproco e collaborativo per il bene di tutti, tra l’autorità civile e quella religiosa, che meglio si conforma alla dignità della persona umana e le offre spazi di libertà e di partecipazione”.

Da parte sua, il Papa ha assicurato che “la Santa Sede desidera collaborare sempre più e meglio per il bene della Città, al servizio di tutti, specialmente dei più poveri e svantaggiati, per la cultura dell’incontro e per un’ecologia integrale. Essa incoraggia tutte le sue istituzioni e strutture, come pure tutte le persone e le comunità che ad essa fanno riferimento, ad impegnarsi attivamente per testimoniare l’efficacia e l’attrattiva di una fede che si fa opera, iniziativa, creatività al servizio del bene. Formulo perciò i migliori auspici affinché tutti si sentano pienamente coinvolti per raggiungere questo obiettivo, per confermare con la chiarezza delle idee e la forza della testimonianza quotidiana le migliori tradizioni di Roma e la sua missione, e perché questo favorisca una rinascita morale e spirituale della Città”.

Francesco ha sottolineato, infine, che “Roma in un certo senso obbliga il potere temporale e quello spirituale a dialogare costantemente, a collaborare stabilmente nel reciproco rispetto; e richiede anche di essere creativi, tanto nella tessitura quotidiana di buone relazioni, come nell’affrontare i numerosi problemi, che la gestione di un’eredità così immensa porta necessariamente con sé. La ‘Città eterna’ è come un enorme scrigno di tesori spirituali, storico-artistici e istituzionali, e nel medesimo tempo è il luogo abitato da circa tre milioni di persone che qui lavorano, studiano, pregano, si incontrano e portano avanti la loro storia personale e familiare, e che sono nel loro insieme l’onore e la fatica di ogni amministratore, di chiunque si impegni per il bene comune della città. Essa è un organismo delicato, che necessita di cura umile e assidua e di coraggio creativo per mantenersi ordinato e vivibile, perché tanto splendore non si degradi, ma al cumulo delle glorie passate si possa aggiungere il contributo delle nuove generazioni, il loro specifico genio, le loro iniziative, i loro buoni progetti”.

Accogliendo il Papa al Campidoglio, la Raggi ha sottolineato che “non sfugge a nessuno di noi l’impegnativo compito che spetta a chi è stato chiamato ad amministrare questa antica e gloriosa Città. Ci siamo impegnati fin dal primo momento e continuiamo con costanza, per affermare i principi di giustizia e la salvaguardia della dignità di tutti, nel rispetto delle diversità culturali e religiose. Nessuno deve rimanere indietro”. Il primo cittadino ha ricordato, inoltre, che “è proprio pensando alle future generazioni che quotidianamente ci impegniamo per far sì che Roma occupi il posto che le compete, per renderla sempre più metropoli aperta e plurale. L’immagine del colonnato berniniano, non solo simbolicamente, rappresenta la vocazione di Roma: le braccia sono sempre aperte al mondo. Roma, città aperta, città del multilateralismo e del multiculturalismo. Roma ospita le rappresentanze diplomatiche di tutto il mondo con le quali è vivo un rapporto di confronto e dialogo costante. Un rapporto che viene consolidato attraverso numerose iniziative di interrelazione tra le quali a breve – mi preme sottolineare con orgoglio –  ci sarà, proprio qui a Roma, la nuova sede dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Auspico che tale iniziativa possa contribuire a rafforzare fruttuosamente i rapporti tra le due sponde del Mediterraneo, tra la nostra Europa e i giovani Stati del continente africano. Roma guarda al futuro e si conferma ancora una volta città del dialogo”.

Twitter: @FrancescoGrana

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