Ticci contro Omoboni, il caso della querela per diffamazione
BORGO SAN LORENZO – Il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni ha pubblicato un post su Facebook, nel quale commenta l’assoluzione di Ticci, da lui querelato per diffamazione. “Si può essere assolti da una querela, il punto è un altro: io mi sarei vergognato, e non vorrei mai che i miei figli scrivessero un post sui social così pieno di offese, odio, violenza verbale e razzismo”.
Vale la pena ripercorrere la vicenda.
Nei giorni scorsi il consigliere ex-Lega (ora nel gruppo della lista civica Cambiamo Insieme) Claudio Ticci aveva esultato così:
“IL SINDACO OMOBONI PERDE LA CAUSA, IO HO VINTO
ASSOLTO. Ha vinto la verità e HO VINTO IO
La vita ha un suo strano equilibrio perché ti restituisce sempre quello che altri hanno provato a toglierti.
Fin dal giorno della mia nomina in Consiglio mi sono sempre detto che avrei dovuto trovare la forza dentro di me per resistere a tutti gli attacchi personali, alle provocazioni e alle strumentalizzazioni politiche create ad hoc.
Ho sempre pensato che tutto ciò venisse costruito perché poi qualcuno avesse paura di me narrandomi come un “pericolo”.
Ma sono anche uno che ci mette sempre la faccia e dice sempre quello che pensa a costo di andare controcorrente.
Ma del resto come si può aver paura di esprimere la propria opinione?
Così un giorno, per delle critiche a lui e al suo operato come cittadino, mi è arrivata una denuncia penale presentata dal nostro Sindaco Paolo Omoboni.
Mi spiace oggi deludere qualcuno, ma pochi giorni fa, a distanza di quasi 3 anni, dopo interrogatori e udienze, sono stato ASSOLTO.
Il tema è che NON mi sono mai sentito colpevole di dire e supportare quello che penso.
Ho dovuto sopportare in questi anni molte ingiustizie passando attraverso veri e propri processi politici e mediatici.
Tutto ciò non ha fatto altro che rafforzarmi, facendomi diventare consapevole e sicuro di essere dalla parte giusta; dalla parte della verità.
E non ho mai mollato un secondo, ho sempre avuto fiducia che la verità sarebbe emersa. E oggi la VERITÀ ha vinto e HO VINTO IO.
SONO STATO ASSOLTO, ALTRI HANNO PERSO.
IO HO VINTO!”
Su Facebook molti complimenti e applausi nei confronti di Ticci e anche il comunicato di sostegno del proprio gruppo consiliare:
“Ticci ha vinto. Riconosciuto il suo costante impegno per Borgo San Lorenzo”
Il sindaco Paolo Omoboni aveva denunciato il cittadino Claudio Ticci ma adesso ne esce sconfitto.
Finalmente la giustizia ha fatto il suo corso e il nostro consigliere è stato assolto dalle accuse. Ticci e chi crede in lui hanno vinto ancora.
Ora qualcuno chieda scusa”.
In queste note non si spiegava però che cosa era accaduto.
La querela per diffamazione si riferiva a un post pubblicato nel 2018 da Claudio Ticci su Facebook. Questo il testo:
“Sentire questo buffone – scriveva Ticci riferito al sindaco – parlare di discriminazione è aberrante. Proprio lui…. Il suo partito che ha discriminato gli italiani, i bambini con la 119, i lavoratori con abrogazione art. 18, le pensioni con la Fornero, tutti i cittadini italiani mettendo davanti questo flusso migratorio di baldi giovani in cerca di fankazzismo. C ha coraggio… ipocrisia allo stato assoluto…. Lui e il suo partito che hanno combinato casini sulle case popolari e sul nido a Borgo… favorendo chi non aveva diritto. Proprio lui e il suo partito che c hanno fatto invadere da branchi di nullafacenti e poco bisognosi d assistenza e sussidio per gonfiare le casse delle cooperative e associazioni loro amiche. Ipocrita.”
Ora arriva il commento del sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni. Amaro.
“La memoria spesso è corta, soprattutto sui social.
C’e una storia che qualcuno racconta.
La storia di un sindaco (antidemocratico) che querela i consiglieri comunali di opposizione.
È una storia molto artefatta: la querela (tutto a mie spese personali) è del 2018, e solo un anno dopo chi scriveva quelle “parole” si sarebbe candidato con la Lega per Salvini.
Anche a causa di chi usava (e purtoppo usa) questo linguaggio, in quel periodo venivamo presi di mira, perché il Comune dava “le case ai nullafacenti”, e il nido ai figli degli “invasori”.
Si può essere assolti da una querela, il punto è un altro: io mi sarei vergognato, e non vorrei mai che i miei figli scrivessero un post sui social così pieno di offese, odio, violenza verbale e razzismo.
Ognuno si farà la propria idea, ma chiamiamo libertà di pensiero chi si permette di dire tutto, offendere, seminare odio, anche di stampo razziale, dietro ad una tastiera? No. Non è questo che dobbiamo insegnare a chi verrà dopo di noi”.
Ognuno si farà la propria idea, dice giustamente il sindaco. E per questo abbiamo qui voluto elencare tutti i documenti e gli interventi.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 Ottobre 2022