Matteo Renzi e Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Piazza Grande, Leopolda, boh

Fabio Massa

Come si divide il Pd milanese sui due appuntamenti? Va forte l’opzione tre: “Me ne resto a casa”

Tutti uniti, in piazza del Popolo, a sventolar bandiere. In attesa di dividersi, beninteso, alla prima occasione. Il Partito democratico è un cantiere aperto, dove le correnti lavorano per trovare intese (e per disfarle) in uno scenario assolutamente complicato. I prossimi appuntamenti saranno tre – Piazza Grande vs Leopolda, poi i congressi locali – e saranno importanti. I primi due saranno un cervellotico di spartiacque a tre vie: chi va di qua, chi va di là, e chi non ci va.

   

Il 13 e 14 ottobre a Roma il candidato alla segreteria dem Nicola Zingaretti organizza “Piazza Grande”. “Faremo un grande incontro, un momento di serietà, impegno e di allegria per ricominciare a inventare il futuro. Incontriamoci come ci si incontra in una grande piazza dei nostri bellissimi comuni quando si ha bisogno di parlare, discutere, mobilitarsi. Poi continueremo con incontri in tutto il paese”, ha scritto Zingaretti. Da Milano chi ci andrà? Con tutta probabilità il senatore Franco Mirabelli, leader di AreaDem in Lombardia e uno dei protagonisti della politica sotto la Madonnina. Con Mirabelli potrebbero andare – anche se non sono confermati – gli esponenti a lui tradizionalmente più vicini, come Arianna Censi, vicesindaco della Città metropolitana. Non c’è certezza sull’europarlamentare Patrizia Toia, anche se alla fine potrebbe  recarsi nella Capitale. E’ da capire invece che cosa faranno i cuperliani. Pare non siano molto convinti, per adesso: Barbara Pollastrini non avrebbe sciolto la riserva. Ci sarà sicuramente Pierfrancesco Majorino con i suoi, che nell’assise di Palazzo Marino sono maggioranza secca. Matteo Mauri, il generale dei “martiniani” in Lombardia potrebbe andare pure lui a Piazza Grande, ma non si esclude possa rimanere a casa, mentre un sondaggio tra i suoi mostra gradimento per il governatore del Lazio.

  

Da 19 al 21 ottobre ci sarà poi la Leopolda 9: “Il tema sarà ‘Ritorno al futuro’, e sarà un evento che si svolgerà oltre i confini del Partito democratico e si rivolgerà a chi crede che l’Italia sia più forte e più bella di quello che si crede”, ha spiegato ad agosto Matteo Renzi. E’ previsto che da Milano arrivino “gli ortodossi”: sicuramente Simona Malpezzi, che Renzi pare voglia come segretario regionale. Sicuramente Eugenio Comincini, che si era candidato alla segreteria provinciale, probabilmente una mossa politica per muovere le acque della palude (un successo: allora erano stagnanti e ora ribollenti). Dovrebbe andarci anche Alessandro Alfieri, segretario regionale uscente, che potrebbe però – tra i pochi con questa facoltà – presenziare a entrambe le manifestazioni in virtù del ruolo istituzionale all’interno del partito. Stessa possibilità di Pietro Bussolati, attuale segretario provinciale, che però potrebbe scegliere – come faranno forse Lia Quartapelle e Pierfrancesco Maran – di disertare entrambe.

 

Perché la terza opzione pare quella che va per la maggiore: starsene a casa. Il capogruppo in Consiglio regionale Fabio Pizzul la dice chiara: “Io che generalmente non vado quasi mai in manifestazione, sono andato in piazza del Popolo. Ma non andrò né da Zingaretti né da Renzi”. Non andare come simbolo di unità, concetto condiviso da moltissimi. Anche se l’arrivo di Zingaretti l’8 ottobre in via Montenero allo spazio Open, già segnerà una prima divisione.

 

Intanto pare che non si sia ancora trovata la quadra sulla segreteria regionale e su quella provinciale. Alessandro Alfieri e Pietro Bussolati sono in scadenza, e non possono essere riconfermati. Ad oggi l’opzione sul regionale sarebbe quella di un candidato unitario, l’ex parlamentare Vinicio Peluffo, ma non è stato raggiunto l’accordo con gli ex renziani sulla segreteria metropolitana. Le correnti stanno lavorando molto sotto traccia, con continue riunioni (e liti) tra Mirabelli, Mauri, Guerini e Bussolati. Il 18 novembre, dopo la Leopolda e dopo Piazza Grande, si voterà in un’unica giornata per entrambe le cariche.

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