Giacinto Della Cananea, il professore universitario incaricato da Luigi Di Maio di studiare le possibili convergneze tra il Carroccio, i grillini e il Pd (foto LaPresse)

“Della Cananea come il Quirinale: tifa per Pd-M5s”. Parla il leghista Borghi

Valerio Valentini

Il consigliere di Salvini critica il tentativo del professore incaricato da Di Maio di trovare convergenze tra grillini, Pd e Lega

Roma. Claudio Borghi non capisce. Dice. Ma in verità il sospetto che viene, parlandoci, è che piuttosto si sforzi di non capire. E infatti, alla fine, una spiegazione la dà, quando ammette che sì, “probabilmente Della Cananea è un po’ come Mattarella: tifa per un governo tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico”. E’ così, insomma, che il deputato leghista, principale consigliere economico di Matteo Salvini, cerca di motivare quella che a lui pare “una evidente anomalia”. Quella, cioè, contenuta nella bozza di “contratto di governo” elaborata da Giacinto della Cananea, il professore universitario incaricato da Luigi Di Maio di studiare le possibili convergenze tra il Carroccio, i grillini e il Pd. “Quel che ne è venuto fuori è aria fritta”, sentenzia Borghi, che quel documento ammette di averlo letto bene, e di esserne rimasto colpito. “Avoglia se mi ha sorpreso”, dice, con un vago accento romanesco, quasi sintomatico della sua nuova vita da parlamentare, l’economista di origini milanesi.

 

 

Per il contenuto, certo, ma anzitutto per il metodo di lavoro scelto. “Ricapitoliamo. Ci sono – spiega Borghi – due diverse maggioranze possibili: una tra il M5s e il Pd, l’altra tra il M5s e noi della Lega. Logico vorrebbe, pertanto, che le bozze di progetto di governo fossero due, alternative tra loro. E invece qui abbiamo un’unica piattaforma che raccoglie i possibili punti in comune presenti nei programmi dei tre partiti, nonostante alla fine i contraenti del patto sarebbe comunque due”. Ed è da questa “assurdità”contraddizione metodologica” che deriva poi anche la bizzarria di un programma “in cui vengono meno tutte le proposte qualificanti delle forze politiche prese in esame, e dunque quel che resta è una sintesi fumosa di buoni proposito, su cui nessuno potrebbe dirsi contrario”. Borghi li elenca: “Dalla lotta contro il cyber bullismo a quella contro la violenza sulle donna, passando per i finanziamenti alla ricerca e la semplificazione della burocrazia”.

 

Insomma, un testo su cui “a parte, forse, il partito islamista italiano, tutti potrebbero riconoscersi: da Casa Pound a Potere al popolo”. Ma in ogni caso, proprio per la natura bizzarra e la funzione limitata del documento, si potrebbe pure soprassedere. Passi il silenzio sulla legge Fornero, passi l’aggiramento della flat tax, passino pure i mancati riferimenti al Jobs Act da smantellare e la ridefinizione del reddito di cittadinanza. “Quello che proprio non mi spiego – sbuffa Borghi – è l’insistenza sul rispetto dei vincoli europei e sui valori dell’europeismo. E non me lo spiego, semplicemente, perché quella roba nel programma della Lega proprio non c’è”.

 

E dunque come mai è finita nel contratto di governo? Qui Borghi sulle prime si schernisce, dice di non voler intromettersi nelle trattative in corso, gestite in assoluta solitudine da Salvini e dal fido Giancarlo Giorgetti. E però, a insistere, una risposta alla fine la si ottiene. “Direi che o Di Maio è diventato, anche lui, un ‘euroinomane’, aderendo a un gruppo di ‘euro-addicted’ già numerosissimo, e dunque si è scordato che anche nel suo programma originario, come in quello della Lega, c’era il rifiuto dei vincoli europei e del pareggio di bilancio in Costituzione...”. Oppure? “Oppure – dice Borghi dopo un attimo di esitazione – quell’insistenza sull’europeismo e il rigore di bilancio va ricondotta a una forzatura fatta da Della Cananea in perfetto autonomia”. E allora “potrebbe essere che anche il professore caldeggi l’accordo tra M5s e Pd”. In coerenza, peraltro, con la sua storia personale: “Mi sembra – ricorda Borghi – che Della Cananea abbia un discreto passato nei vari club europeisti”. E dunque è inevitabile che, “specie quando lavora in velocità, traspaia il tifo”.