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Nomine al palo in Vaticano

La Gran Sottana

In curia si fa l’elenco dei cardinali in uscita per anzianità e dei posti vacanti. Con un mistero

“Sia puntuale perché poi devo celebrare la messa”, mi dice in tono perentorio il vescovo quando fissiamo l’appuntamento. Al pomeriggio è tutt’altra faccenda: cordialissimo come se stesse attendendo i nipoti lontani per il pranzo di Natale. “Dunque, dobbiamo parlare di nomine, giusto? E’ un tema delicato sul quale ogni previsione è azzardata”, premette. Apro il mio quadernetto e gli elenco tutti i ruoli apicali vacanti – o quasi vacanti, data l’età avanzata di quanti occupano quei posti – in curia, che non sono poi molti, ma di rilievo. Noto che il segretario del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, di primavere sulle spalle ne ha ben 78, che il prefetto del Clero, cardinale Beniamino Stella, di anni ne ha 77. Gianfranco Ravasi, alla Cultura, 76. E così via.

   

“Al Clero qualcosa potrebbe muoversi, se ne parla. Penso che il nuovo prefetto sarà italiano, e magari già cardinale”. Gli chiedo di dirmi il nome, ma è come tentare di violare il segreto confessionale. Non parla. Piuttosto, mi dice il monsignore, “è strana la vacanza della presidenza del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, dopo la morte del cardinale Tauran avvenuta all’inizio di luglio. Con tutto quel che si parla di rapporti con l’islam, e sapendo quanto il Papa ci tiene, è notevole che a oggi non sia stato ancora nominato il successore del grande cardinale francese”. Il motivo? “Potrebbero esserci dei punti di vista diversi, diciamo così, sugli approcci da portare avanti. Sa, di gente come Tauran non è che ne nasca ogni giorno. Le perle sono rare”.

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