Quando la tecnologia è di casa

Stefania Nicolich

Il termostato che non sbaglia un colpo e l’appartamento smart da affittare all inclusive

Jotto è il primo crono-termostato al mondo a funzionare con la tecnologia Bluetooth, realizzato da Salvatore Piccinato, imprenditore attivo da oltre vent’anni, amministratore delegato della Nardi elettronica. Nel 2012, un cliente americano di stufe a pellet, gli mostra Nest (ora di Google), un termostato che si collega con un cavo alla stufa per controllare la temperatura reale di quest’ultima (di solito i termostati sono attaccati direttamente sulla stufa, si surriscaldano e possono dare dati sbagliati). Il cliente americano gli chiede di fare una cosa del genere, ma senza fili. Nest rimane sulla scrivania di Piccinato fino al 2015, quando esce una nuova tecnologia, il paper display, quello usato per il Kindle di Amazon, che permette di consumare pochissima batteria. Nell’agosto del 2016, Piccinato si presenta al suo cliente americano con la sua versione di Nest. Il primo ordine, di 1.000 pezzi, è proprio per il cliente che fornirà le stufe a pellet comandate da Jotto. La maggior parte dei termostati in circolazione funziona con l’alimentazione o a onde radio senza fili. Ogni continente però ha una diversa omologazione per le onde radio, mentre il bluetooth è standard, e rende Jotto una tecnologia con una platea mondiale. Il nome richiama il celebre pittore Giotto, ed è stato progettato e prodotto in Italia. Un imprenditore con una lunga esperienza fonda una start up in controtendenza, realizza un prototipo funzionante con la stampante 3D in legno, lo porta al cliente e infine lo progetta per la vendita, finanziando lui stesso il progetto con 200.000 euro. “Bisogna pensare sempre a fare il prodotto per il giorno dopo, dobbiamo adattarci ma non dobbiamo dimenticare di mantenere lo standard della qualità alto, non pensando sempre all’immediato ma al lungo periodo”, dice al Foglio Piccinato.

 

Stefano Bettanin, invece, viene da un’esperienza lavorativa e di studio dall’estero, tra Regno Unito e Stati Uniti. Ha incominciato ad affittare la sua seconda camera a Milano su Airbnb per arrotondare le spese. Molti gli chiedevano consigli e informazioni, così nell’ottobre del 2013 ha fondato Rentopolis, una piattaforma pensata per semplificare gli adempimenti burocratici, legali e fiscali per gli affitti brevi. “Questo non ci bastava – spiega Bettanin – volevamo distinguerci con l’innovazione tecnologica. Vogliamo sfruttare i sistemi tecnologici per creare sinergie per promuovere un servizio sempre più completo. L’Italia potrebbe vivere di turismo ma non è capace di sfruttarlo”. Il turista vuole conoscere esperienze da chi conosce il territorio, le tradizioni e le attività locali. L’obiettivo di Rentopolis è fornire un servizio di elevata qualità sia a livello umano sia tecnologico. Nelle case sono presenti dei sensori per i rumori, se si supera una soglia di rumore per una determinata durata, l’affittuario riceve un messaggio che gli chiede di “abbassare il volume”. Sulle finestre poi sono applicate delle spie, in caso di apertura il condizionatore si spegne per evitare gli sprechi. L’ospite trova in casa un tablet con tutte le caratteristiche della casa, può chattare direttamente con il team di assistenza, può trovare ristoranti, luoghi d’interesse, prenotare escursioni, noleggiare attrezzature o cercare una baby-sitter. E ora si può fare il tour virtuale degli appartamenti, ideale sia per l’ospite sia per le imprese di pulizia, inserendo nella mappa degli stickers per ricordare di annaffiare le piante e pulire la credenza.

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