UDINE - Lei, per combattere i pregiudizi, ha corso con il velo a Telethon nella squadra della moschea di via Marano, sfidando i sorrisini e le inevitabili frasi di cattivo gusto per farsi portabandiera dell'Islam giovane dal volto pulito. Adesso, ad un tavolino con l'amica Dounia, Asmaa Boutey parla del caso del ragazzino, nato e cresciuto in Friuli in una famiglia algerina perfettamente integrata e ora finito nei guai, in un'inchiesta coordinata dalla Procura dei minori di Trieste, con l'accusa di aver inneggiato alla jihad su internet e sui canali Telegram e di aver lanciato messaggi pro Isis. Una vicenda finita sulla bocca di tutti, soprattutto nella comunità musulmana friulana, che, con le voci dei referenti dei tre centri islamici, ha manifestato stupore e sconcerto alla notizia. «Dopo questa vicenda i mieri compagni hanno paura» racconta la ragazza.
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