Centrosinistra, prove di alleanza

Domenica 5 Novembre 2017
Centrosinistra, prove di alleanza
LO SCENARIO
ROMA Se nel 2012 la Sicilia fosse stata l'Ohio, la vittoria di Crocetta avrebbe dovuto spalancare le porte di palazzo Chigi a Pier Luigi Bersani. Ed invece non fu così e proprio in Sicilia l'anno dopo il Pd arrivò terzo, dietro a centrodestra e grillini. Al Nazareno sperano che anche stavolta vada allo stesso modo e non perché - sostengono - «non abbiamo provato a vincere le elezioni schierando il rettore Micari», ma perché restare sul podio, permetterebbe a Matteo Renzi di reggere meglio l'urto.
LA SOMMA
Nel Pd l'opposizione interna, guidata da Andrea Orlando, intende fare del risultato siciliano l'occasione per costruire una coalizione di centrosinistra. Soprattutto se il candidato della sinistra radicale, Claudio Fava, arriverà prima di Micari. «Divisi si perde», sostiene a ogni piè sospinto il Guardasigilli e in Sicilia potrebbe essere vero a metà qualora nemmeno la somma dei voti di Micari e Fava risulterebbe in grado di arrivare alle percentuali di Cancelleri e Musumeci. Al tavolo della coalizione il Pd arriverà con il nome di Renzi come leader dello schieramento, assicura Matteo Orfini, ma non è detto che il problema non lo ripropongano centristi e area Pisapia. Più volte Renzi ha negato riflessi nazionali dal voto siciliano e l'ora e mezzo in tutto, spesa in Sicilia a sostegno della candidatura Micari, conferma la presa di distanza del segretario rispetto a dinamiche che sin dal momento della scelta del candidato ha preferito appaltare al duo Guerini-Raciti. Per il segretario del Pd «le elezioni sono importanti per il futuro dell'isola» e basta. In realtà qualche effetto nel Pd, e nella partita che si svolge a sinistra, potrebbero produrlo.

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