Champs Elysées, la guerra dei gilet gialli

Domenica 25 Novembre 2018
LA PROTESTA
PARIGI In mezzo agli Champs Elysées ballano coi gilets jaunes sulle barricate, saltano sulla ferraglia delle transenne e di una panchina smembrata, un mucchio di biciclette sono in fiamme, un semaforo è stato divelto. La polizia tira i lacrimogeni, le giubbe gialle rispondono coi fumogeni, con le pietre strappate dalla strada. È la guerriglia. Durerà fino a tarda notte, con le vetrine spaccate delle boutique di lusso, Givenchy è presa d'assalto. Due chilometri più giù, verso Place de la Concorde, altri gilets jaunes, non ballano sul ferro, non danno fuoco, i più radicali gridano «Ma-cron demission!»: sono per lo più signori e signore di mezza età.
I VOLTI
I ragazzi hanno le sciarpe di Harry Potter, il gruppo di senior arrivati dall'89 (il numero l'hanno scritto sul gilets, è quello del dipartimento dell'Yonne, a sud di Parigi) si sono portati i bastoni della marcia nordica («eh, sapevamo che c'era da camminare» dice Jacques, la settantina abbondantemente passata). Sanno che più su, altri con gli stessi gilets fanno la guerra. Loro si fermano davanti al cordone imponente di celerini in tenuta antisommossa e salutano, cantano la marsigliese e intonano anche «la police avec nous!». Un invito agli agenti a passare sul fronte opposto.
LE DUE ANIME
Sono le due anime del movimento dei gilets jaunes che ieri ha di nuovo portato per strada la protesta contro le tasse, contro il caro carburante, contro le élite e contro Macron. Una settimana fa erano stati 282milaper 2034 blocchi, ieri sono stati 106mila per 1619 azioni. Una settimana fa bloccavano le strade e i caselli, ieri hanno protestato soprattutto vicino ai centri commerciali. A Parigi sono arrivati in 8 mila (ma già venerdì sera, vicino Tolosa, in 40 avevano pensato bene di assaltare la casa di una deputata della Republique en Marche). Il movimento nato sul web, sostenuto dalla destra di Marine le Pen e dalla sinistra di Jean-Luc Mélenchon, ha «mobilitato meno» come ha detto il ministro dell'Interno Castaner, ma rischia di radicalizzarsi. Infiltrati «dell'ultra destra che hanno risposto all'appello di Marine Le Pen» ha denunciato Castaner. «Disonesto», «Manipolazione politica» ha risposto Le Pen. «Non lasciatevi intimidire #gilets jaunes» ha twittato Mélenchon.
LE REGOLE VIOLATE
Le autorità avevano vietato gli Champs Elysées ai manifestanti, blindato la Concorde per tenere lontano la protesta dall'Eliseo. La manifestazione era stata autorizzata soltanto sotto la Tour Eiffel, a Champs de Mars: hanno ubbidito in pochissimi, i gilets jaunes non si lasciano organizzare. «Lì non ci sente nessuno e noi vogliamo che ci sentano» gridava Linda, gilet jaunes di Parigi, lontano accento spagnolo, commessa in una boulangerie in attesa della pensione, che ieri col suo gruppo ha scelto di disobbedire e andare vero la Madeleine per vedere se almeno là si passava. (Non sono passati, hanno ripiegato sulla Bastiglia). In serata il bilancio non conteneva morti (sono stati due una settimana fa) ma 130 fermati (di cui 42 a Parigi), una ventina di feriti tra cui 4 poliziotti, uno solo in modo più grave alla mano. Ma c'è il rischio che il movimento diventi più violento. Che sia solo l'inizio. Ieri in tarda serata esplosioni si sentivano anche nel quartiere della Bastiglia. «Grazie alle nostre forze dell'ordine per il loro coraggio e professionalità ha twittato Macron quando la situazione ha cominciato a calmarsi e gli Champs Elysees erano stati liberati vergogna a chi le ha aggredite.». Ma un nuovo appello cominciava ieri sera a girare sui social: il primo dicembre, torniamo sugli Champs Elysées.
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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