«Dalla sindaca basta teorie dei complotti presenti al governo piani per queste aree»

Giovedì 4 Aprile 2019
«Dalla sindaca basta teorie dei complotti presenti al governo piani per queste aree»
«Il problema delle periferie, purtroppo, è comune a molte città europee. Non è dunque una questione romana. Sono stato di recente a Parigi e ho visto con i miei occhi la situazione delle banlieu». Poi l'altra sera Gian Marco Centinaio, ministro del Turismo in quota Lega, ha visto le immagini di Torre Maura: i roghi, la protesta, la rabbia dei residenti (e non solo) per l'arrivo delle famiglie rom. Per l'esponente del Carroccio che ha appunto la delega al Turismo, la cartolina della città eterna ha due lati. Da una parte quella monumentale del centro, seppur con mille problemi, dall'altra la situazione dei quartieri lontani dalle aree di pregio, dai monumenti e dalla ressa quotidiani di turisti provenienti da tutto il mondo.
«Ci sono evidenti problemi nella periferia della Capitale, ci troviamo davanti a quartieri che hanno bisogno di un intervento diverso. Quando diciamo che spostiamo i rom va bene, ma dove? Se si porta un problema in una zona dove ci sono già dei problemi si aumentano i disagi in un quadrante dove esistono già dei disagi. E dunque il Comune della Capitale - secondo Centinaio - dovrebbe avere un altro approccio, d'altronde si lamentano a Capalbio figuriamoci a Torre Maura».Ministro Centinaio, insomma che idea si è fatto di questa vicenda? È una guerra tra ultimi o, come dice Raggi, siamo davanti a una forte speculazione di formazioni di estrema destra come Casapound e Forza Nuova?
«Io credo che questi ultimi aspetti siano marginali, c'è un problema di fondo e non affrontato. E forse Raggi non dovrebbe agitare complotti o puntare sul vittimismo. Questi atteggiamenti non funzionano. La sindaca dovrebbe appunto fare altro».
E cioè?
«Chiamare, mettersi seduta intorno a un tavolo con il governo e chiedere un piano di rilancio e riqualificazione delle periferie. Questo va fatto. Ma deve essere lei a fare la prima mossa, non il contrario. C'è poi in questa vicenda un problema di merito, legato alla polemica di queste ore. Mi spiego meglio. Queste famiglie rom andavano divise per gruppi, magari da 20 persone, e poi ridistribuite nei territori e in più quadranti. In diversi territori per evitare così le proteste in zone già complicate e molto sotto stress».
Le periferie, però, ammetteva anche lei poco fa sono ormai un problema generalizzato in Italia, come nel resto del Paese. E d'Europa. Ed è qui che la Lega va molto forte.
«Certo, le periferie, e dunque le trasformazioni sociali che si portano dietro le grandi città sono situazioni complesse e non di semplice soluzione. E però esistono diversi approcci a queste tematiche. Il sindaco Beppe Sala a Milano forse, e dico forse, lo sta risolvendo anche se con mille contraddizioni. Ma non c'è paragone con Roma. Ora non voglio santificare la situazione milanese che è davvero molto complicata e piena di zone buie, ma non si possono fare equiparazioni. Dunque questo significa che ci troviamo davanti ad approcci diversi. Il quadro di Milano, anzi, non per nulla rosa e fiori. Per un periodo ho abitato in un quartiere molto periferico dove l'unico italiano, a momenti, ero proprio io».
S. Can.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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