GLI SCENARI
VENEZIA Hanno capito che fino al 26 maggio l'autonomia resterà

Domenica 24 Febbraio 2019
GLI SCENARI VENEZIA Hanno capito che fino al 26 maggio l'autonomia resterà
GLI SCENARI
VENEZIA Hanno capito che fino al 26 maggio l'autonomia resterà in naftalina. Si continuerà a parlarne perché è la madre di tutte le battaglie e perché è quello che la gente vuole. Ma ormai è chiaro a tutti, anche ai trecento leghisti che l'altra sera hanno riempito un ristorante di San Donà di Piave per sostenere il capitano Matteo Salvini e il doge Luca Zaia, che (almeno) fino alle elezioni europee l'intesa sull'autonomia del Veneto non sarà firmata. Così come hanno capito che il voto di maggio è determinante non solo per gli assetti che si creeranno a Bruxelles, ma anche per gli equilibri italiani: se alle Europee la Lega trionfasse, il governo gialloverde avrebbe probabilmente breve vita, se non altro perché i leghisti non tollererebbero più le mediazioni con il M5s. Verosimilmente si andrebbe al voto anticipato con la prospettiva che un nuovo esecutivo dominato dal Carroccio approverebbe in batter di ciglia autonomia, Tav, legittima difesa, riforma fiscale. Non è un caso che ieri Salvini abbia rivisto il termine per la firma dell'intesa sull'autonomia: da «entro la primavera» si è passati a «entro l'anno». Dunque, i militanti leghisti devono prepararsi per la campagna elettorale di maggio. Ma chi si candiderà?
LA CENA
Erano in trecento alla cena organizzata venerdì sera nel veneziano dalla sezione della Lega di Musile. Gente in coda per entrare, gente che avrebbe voluto partecipare ma non è riuscita a trovare posto. C'era il governatore Zaia in carne ossa e stampelle (Caduto con gli sci, come ha spiegato su Facebook il suo vice a Palazzo Balbi a chi chiedeva lumi). C'erano appunto il vicepresidente Gianluca Forcolin, gli assessori Manuela Lanzarin e Roberto Marcato con il segretario veneto della Lega Toni Da Re. E poi i consiglieri regionali veneziani Francesco Calzavara e Fabiano Barbisan, il sindaco di Treviso Mario Conte con i colleghi dei paesi della zona. Curiosamente, nessuno dei cinque parlamentari veneziani, benché invitati. Se Zaia ha ripercorso le tappe del percorso dell'autonomia, raccontando delle resistenze che arrivano dalle altre regioni, sia Forcolin che Marcato hanno dato voce alla base che non tollera più questi rinvii: «O si porta a casa l'autonomia o non ha senso restare al governo» (Forcolin), «Ci stiamo un po' rompendo» (Marcato). Fino al 26 maggio, però, non succederà niente. E nulla succederà dopo il 26 maggio se la Lega otterrà un magro risultato. L'obiettivo è il 40 per cento a livello nazionale. E qui si apre la partita delle candidature.
I NOMI
La premessa è che alle Europee, rispetto alle Politiche italiane, per essere eletti bisogna prendere le preferenze. Ne sono ammesse massimo tre e devono rispettare l'alternanza di genere (significa che se si fanno tre preferenze devono essere un uomo una donna un uomo oppure una donna un uomo una donna; se sono due, un uomo una donna, non due uomini o due donne), pena l'annullamento. Il collegio, poi, è enorme: Veneto, Friuli, Trentino, Emilia Romagna. Significa che è una campagna elettorale che costa (si parla di almeno 100mila euro) e che se non c'è l'appoggio del partito - come lo ebbe Flavio Tosi nel 2014 - la partita è durissima. I nomi che circolano? A Vicenza la parlamentare uscente Mara Bizzotto e il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, a Treviso il segretario Gianantonio Da Re e l'assessore regionale al Turismo Federico Caner, a Padova l'assessore regionale Roberto Marcato (che tentenna ma è sicuramente il più conosciuto fuori dal Veneto), a Venezia il consigliere regionale Fabiano Barbisan.
LE RIPERCUSSIONI
Dovessero essere tutti eletti - il pronostico è di fare 5-6 parlamentari solo in Veneto - ci sarebbero surroghe a Palazzo Ferro Fini e rimpasti nella giunta di Zaia. Ma, soprattutto, con un successo della Lega alle Europee si aprirebbe il capitolo elezioni anticipate. Domanda: i parlamentari attualmente in carica saranno tutti ricandidati e, soprattutto, tutti nelle stesse posizioni sicure? Se il partito sarà retto da un commissario (in pole position lo zaianissimo capogruppo in Regione Nicola Finco) saranno garantite le rendite di posizione o ci saranno ribaltamenti? Quel che raccontano in casa della Lega è che «saranno mesi interessanti».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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