IL CASO
LIMA Nel penultimo giorno della sua visita in Perù, esattamente

Domenica 21 Gennaio 2018
IL CASO
LIMA Nel penultimo giorno della sua visita in Perù, esattamente come era accaduto in Cile, Papa Francesco si trova a dover affrontare nuovamente l'irrisolta questione della pedofilia. Ancora una volta al centro delle accuse c'è l'atteggiamento controverso e poco chiaro del Vaticano, che ha offerto ospitalità in Italia a un pedofilo peruviano per il quale il tribunale di Lima aveva spiccato un mandato di arresto. Si tratta di Luis Fernando Figari, fondatore di un Sodalicio de Vida Cristiana, una struttura educativa commissariata da Papa Francesco a dicembre.
NASCOSTO IN UN MONASTERO
Figari attualmente si trova in un monastero in Italia, al riparo dalla giustizia peruviana. In un luogo segreto. Ed è per questo che il parlamentare Mauricio Mulder si è attivato per chiedere a Francesco di intervenire e di «espellere dal Vaticano Figari. Mi chiedo perché il Papa non lo consegni alla giustizia peruviana, visto che Figari dovrebbe stare in prigione. Sarebbe un gesto di rispetto verso le vittime di abusi sessuali».
Mulder si era già attivato alcuni mesi fa, non appena il caso delle violenze all'interno delle strutture del Sodalicio era esploso; sin da allora si era fatto interprete della necessità di istituire una commissione parlamentare di indagine.
I reati sono gravi: sequestro di persona, lesioni psicologiche gravi, abusi sessuali. Il mandato di arresto nei confronti di Figari è stato spiccato a dicembre. La magistrata, Maria Leon Pizzarro, ha incriminato, oltre a Figari, altri tre dirigenti del Sodalizio, uno dei quali statunitense. L'avvocato di Figari, parlando con la stampa, ha replicato che a suo avviso le accuse cadranno nel vuoto. Ma intanto in Perù nessuno comprende perché Figari sia stato chiamato in Italia dal Vaticano quando gli orrori erano conosciuti da oltre un anno.
«CONTRO IL 6° COMANDAMENTO»
In un documento della Congregazione dei Religiosi firmato dal prefetto, il cardinale Braz de Aviz si legge: «Dalla documentazione pervenuta a questo dicastero nel mese di aprile dell'anno scorso, si deduce chiaramente che () il signor Figari ha tenuto un comportamento contrario al VI comandamento (non commettere atti impuri, ndr) nei fatti riferiti con minori ma di età superiore ai 16 anni. Inoltre, sempre dalla documentazione allegata, non si registrano elementi per i quali si può affermare con sufficiente chiarezza e certezza morale che ci sia stata violenza, secondo il canone 1395, comma 2, anche perché in alcuni casi i complici hanno dichiarato che non hanno opposto nessuna resistenza agli atteggiamenti di Figari». Insomma, sesso consenziente con adolescenti.
Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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