L'ESCLUSIONE
ROMA Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha preso il risultato elettorale molto male. Lui che nelle Marche non aveva grande storia politica, avrebbe potuto comunque contare sul collegio sicuro di Pesaro, da sempre roccaforte della sinistra. E invece è arrivata la batosta. Perché l'uomo che ha gestito per il Pd, sicurezza e immigrazioni in Italia tra elogi e applausi bipartisan, ha avuto la peggio nel collegio uninominale per la Camera, anche se il suo avversario era un non candidato: quell'Andrea Cecconi del Movimento 5 stelle, finito nel caos per lo scandalo di rimborsopoli, deferito dai probiviri, che, non soltanto non ha proprio fatto campagna elettorale e se ne è andato in montagna, ma si è anche impegnato a lasciare il seggio.
TERZO POSTO
E non è tutto, perché il secondo posto se lo è aggiudicato Anna Maria Renzoni del centrodestra. Minniti, quindi solo terzo con il 27.89%. Vittoria di Cecconi con il 34,8% dei voti, mentre Renzoni si è assestata sul 31,5%. Di lei si ricordano, in piena campagna elettorale, le parziali giustificazioni del raid di Macerata contro gli immigrati. Insomma una giornata simile a una via crucis, diventata ancora più nera quando, annunciando le sue dimissioni da segretario del Pd e commentando i risultati delle elezioni politiche, Renzi ha citato proprio il risultato del collegio di Pesaro, dove il ministro si è fermato al 27,89%, anche se era candidato nella quota proporzionale e quindi farà parte del nuovo Parlamento. Potrebbe entrare a Montecitorio grazie al Veneto, dove il Pd ha guadagnato uno o due seggi nel collegio di Venezia e Treviso. Tutto è ancora legato all'esito del collegio in Campania, altra lista plurinominale in cui Minniti è capolista. Se l'elezione scattasse lì, a venire eletto in Veneto potrebbe essere il secondo in lista, Nicola Pellicani.
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha preso il risultato elettorale molto male. Lui che nelle Marche non aveva grande storia politica, avrebbe potuto comunque contare sul collegio sicuro di Pesaro, da sempre roccaforte della sinistra. E invece è arrivata la batosta. Perché l'uomo che ha gestito per il Pd, sicurezza e immigrazioni in Italia tra elogi e applausi bipartisan, ha avuto la peggio nel collegio uninominale per la Camera, anche se il suo avversario era un non candidato: quell'Andrea Cecconi del Movimento 5 stelle, finito nel caos per lo scandalo di rimborsopoli, deferito dai probiviri, che, non soltanto non ha proprio fatto campagna elettorale e se ne è andato in montagna, ma si è anche impegnato a lasciare il seggio.
TERZO POSTO
E non è tutto, perché il secondo posto se lo è aggiudicato Anna Maria Renzoni del centrodestra. Minniti, quindi solo terzo con il 27.89%. Vittoria di Cecconi con il 34,8% dei voti, mentre Renzoni si è assestata sul 31,5%. Di lei si ricordano, in piena campagna elettorale, le parziali giustificazioni del raid di Macerata contro gli immigrati. Insomma una giornata simile a una via crucis, diventata ancora più nera quando, annunciando le sue dimissioni da segretario del Pd e commentando i risultati delle elezioni politiche, Renzi ha citato proprio il risultato del collegio di Pesaro, dove il ministro si è fermato al 27,89%, anche se era candidato nella quota proporzionale e quindi farà parte del nuovo Parlamento. Potrebbe entrare a Montecitorio grazie al Veneto, dove il Pd ha guadagnato uno o due seggi nel collegio di Venezia e Treviso. Tutto è ancora legato all'esito del collegio in Campania, altra lista plurinominale in cui Minniti è capolista. Se l'elezione scattasse lì, a venire eletto in Veneto potrebbe essere il secondo in lista, Nicola Pellicani.
Cristiana Mangani
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