Il protezionismo fa trovare la pace tra May e Trump

Venerdì 26 Gennaio 2018
Il protezionismo fa trovare la pace tra May e Trump
LO SCENARIO
NEW YORK Le nevi di Davos fanno da cornice al tentativo di disgelo fra i due antichi alleati. Donald Trump e Theresa May si sono incontrati a quattr'occhi ieri durante i lavori del World Economic Forum, e si sono adoperati per ricucire quella special relationship che da decenni unisce i loro Paesi.
Trump è stato netto nel confermare che lappuntamento era andato bene: «Grande incontro bilaterale!» ha annunciato, con uno dei suoi tweet.
Una prima conferma pratica che il bagaglio negativo accumulato fra Washington e Londra nel primo anno della sua presidenza stia effettivamente alleggerendosi è venuta neanche un'ora dopo, quando Downing Street ha fatto sapere che «si stanno finalizzando i dettagli per la visita del presidente Usa nel Regno Unito».
Trump è arrivato a Davos con un folto gruppo di ministri e collaboratori, che però non sono riusciti a far dimenticare la mancanza di Melania, rimasta a casa pare perché arrabbiata con il marito per le recenti rivelazioni di una sua relazione con una star del porno. Il presidente era ancora in volo quando ha messo in rete una serie di tweet con cui ha preparato il terreno per il suo discorso di oggi, durante il quale dirà «al mondo quanto è grande l'America», e quanto l'economia Usa sia «in pieno boom».
E in questo senso, presenterà in anteprima il suo piano per un investimento di 1.700 miliardi di dollari in nuove infrastrutture nell'arco di dieci anni. Dunque, oggi tenterà di conquistare quella stessa elite mondiale che aveva attaccato e deriso, raccontandole come gli Usa «siano finalmente tornati a vincere».
L'INCONTRO
Cautamente, e sapendo che il pubblico che lo aspetta non è del tutto convinto che la sua presidenza sia un bene per l'umanità, ha però anche affidato all'ennesimo tweet una promessa forte: «Voglio pace e prosperità». Che è poi il messaggio di fondo che ha ripetuto nell'incontro con la signora May. E se c'era un interlocutore delicato era proprio la premier britannica, con la quale tutto era cominciato tanto bene un anno fa, per poi peggiorare progressivamente.
L'incontro di ieri ha avuto un seguito operativo. Sia il ministro del Tesoro Steve Mnuchin, che quello del commercio Wilbur Ross, hanno infatti lavorato con i colleghi britannici sui temi che i due leader hanno discusso privatamente, in particolare le fondamenta per un accordo commerciale bilaterale non appena la Gran Bretagna sarà fuori dall'Ue. Trump ha predetto che fra i due Paesi ci sarà «una straordinaria crescita» nel commercio, e ha assicurato che i due Paesi rimangono unitissimi sul fronte militare e della sicurezza, e che le voci di disaccordi sono false, e che lui e la May si «piacciono molto».
La stampa britannica e quella americana hanno notato come la signora May «sia stata più cauta», come ha scritto il Wall Street Journal, e abbia ammonito come il libero commercio e le regole globali «abbiano regalato la più grande crescita della prosperità mai conosciuta».
Nonostante infatti May abbia bisogno del sostegno Usa non appena sarà uscita dalla Ue, non può dimenticare che una bella fetta dell'opinione pubblica del suo Paese non condivide l'amicizia con Trump. Persino nel suo stesso partito ci sono resistenze, per non parlare dell'opposizione del partito laburista, e dei quasi due milioni di firme di cittadini che non vogliono che Trump sia accolto in Gran Bretagna e ricevuto dalla regina.
E finora Trump non aveva fatto molto per calmare gli elettori della May.
L'ha perfino attaccata quando lei aveva educatamente fatto notare che era stato un passo sbagliato da parte sua ritwittare le dichiarazioni di un gruppo estremista britannico.
E l'aveva gelata, appena due settimane fa, quando ha twittato che non sarebbe andato a Londra per l'inaugurazione della nuova ambasciata Usa il mese prossimo.
Anna Guaita
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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