Grande Guerra
Il ruolo
dei sacerdoti
Nell'autunno del 1917, dopo la disfatta

Mercoledì 20 Marzo 2019
Grande Guerra
Il ruolo
dei sacerdoti
Nell'autunno del 1917, dopo la disfatta di Caporetto, tutte le Pubbliche Ammistrazioni italiane della Sinistra Piave si trasferirono oltre il fiume. Le autorità militari austro-ungariche di occupazione nominarono allora spesso i parroci come Sindaci dei rispettivi comuni. Quei sacerdoti fecero del proprio meglio per aiutare le popolazioni in quei gravi e difficili frangenti. Stupisce che in alcun caso, terminata la guerra, nessuna amministrazione comunale abbia sentito il dovere di ricordare l'abnegazione, la competenza e l'interesse esplicate per le sorti della popolazione civile. Mi permetto di segnalare un caso particolare. Mons. Sebastiano Dall'Anese era parroco del Duomo a Conegliano. Svolse con successo le mansioni di Sindaco per molti mesi, agevolato anche dalla conoscenza della lingua tedesca. Nell'estate del 1918, mentre dormiva, una granata sparata dalla Destra Piave colpì la canonica e morì. Anni fa, su mia richiesta, il Sindaco di Conegliano pro tempore aveva promesso la dedica di un luogo pubblico a Mons. Dall'Anese. Purtroppo non risulta che l'istanza e le buone intenzioni abbiano avuto la conclusione sperata. Confido che, se le competenti autorità coneglianesi e i cittadini leggeranno nella stampa queste mie righe sostenute dall'eco mediatica, la richiesta possa essere presa ora nuovamente in considerazione.
Prof. Nerio de Carlo
Futuro
Anche questa
è Europa
TAV si, TAV no, TAV ni, TAV non si sa, reddito di cittadinanza, decreto per ripartire con le opere pubbliche e tante altre incentivazioni come la riduzione del fisco. L'Europa ci impone l'impossibile e non mancano faccendieri che sguazzano dappertutto. In uno stato così confusionale con un'Europa in affanno e senza costituzione, cioè priva di quell'ossatura di sostegno, tutto si decide con improvvisazioni. Ogni Stato membro agisce con assensi e dinieghi confezionati al momento, la Gran Bretagna traballa, frena ed elabora di giorno in giorno il suo da fare. L'Europa, attende e avalla i capricci di quella gente che del continente è stata sempre avversa. Questo è il quadro che oggi possediamo e che a livello internazionale presentiamo. Ciò premesso, noi continuiamo a polemizzare sulla globalizzazione, ormai scheletro corificato, abbiamo la Cina che avanza come potenza geo-politica ed economica da far tremare ogni competitore. L'Africa parla cinese, le rotte per i trasporti doppiano lo stretto di Bering e arrivano in Europa dall'estremo nord, le isole artificiali si elaborano nei mari come punti di appoggio e il Mediterraneo è un sogno e un bersaglio. La Cina sta espandendo le direttrici mondiali per i suoi traffici, l'Europa frantumata osserva e stipula trattati separati. In sintesi, una Babele e non un'Europa confederata e opportunamente istituzionalizzata. Che cosa succederà? La Cina attualmente sta accumulando oro per spodestare il dollaro nelle transazioni internazionali e inserire così la sua valuta. L'occidente, se continuerà a cullarsi di ricordi trascorsi e non guarderà in faccia la realtà, sarà alla fine. Oltre quarant'anni fa, un professore francese di storia economica, Fernand Braudel, predisse l'ipotesi di una sventura. Il cattedratico sosteneva che se il meridiano economico da Wall Street si fosse spostato verso San Francisco, sul Pacifico, l'Asia sarebbe stata una potenza economica tale da mettere in crisi l'Occidente garantista, dai forti sindacati grandi sostenitori nelle pretese dei diritti e carenti nella resa dei doveri ecc. Oggi il pericolo incombe e noi viviamo da irresponsabili con una Europa debole e inesistente politicamente e militarmente. La nostra Italia è la ciliegina sulla torta, invochiamo le autonomie per eliminarla definitivamente, forse anche con la reintroduzione dei dazi doganali. Anche questa è Europa.
Michele D'Adderio
Scorzé (Venezia)
Famiglia
Il cartello offensivo
della senatrice Cirinnà
Dopo aver visto qualche giorno fa il cartello della senatrice Cirinnà, in occasione di una manifestazione di piazza e cartello offensivo, rigurgitante di astio e livore, vorrei esprimere un mio forte dissenso. Cartello denigratore per lo più della famiglia. Si scusa dicendo che ha difeso l'antifascismo ed ha sbagliato. La senatrice che fa parte delle nostre Istituzioni, faceva in tempo a correggere il contenuto del suo cartello, facendone un altro più appropriato. Quel sostantivo volgare che sa di dissacrazione e di contenuto coprofilo, avrebbe dovuto stracciarlo o bruciarlo. Una persona che sta in Parlamento dovrebbe comportarsi e non scrivere eventualmente slogan pesanti, di pessimo gusto, dando un messaggio di serietà a noi cittadini Italiani. E dare un esempio di convivenza civile.
Giacomo Mella
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