Guerra in Libia
Le colpe
della Francia
I fatti di questi giorni, riportano,

Giovedì 11 Aprile 2019
Guerra in Libia
Le colpe
della Francia
I fatti di questi giorni, riportano, purtroppo, ancora venti di guerra nella bella Libia, perla dell'Impero Romano. Sono stato in Libia a più riprese, impegnato in grossi lavori di costruzione, per il governo libico, con importanti imprese italiane. Ho avuto anche l'onore di parlare con il Colonnello Mohamed el Gheddafi, venuto ad inaugurare un grosso progetto, da noi ultimato e consegnato chiavi in mano. Personaggio molto interessante che ha saputo governare dal colpo di stato del 69, fino alla sua morte, con il pugno di ferro, le tribù ed i clan sempre in guerra tra di loro per il potere. Il generale Khalifa Haftar, ora signore della Cirenaica, era un suo ufficiale, durante il colpo del 69. Haftar, sostenuto dai sauditi e dal doppiogiochista Macron, ha mosso il suo esercito, l'altro ieri, contro il premier Sarraj del governo di unità nazionale della Tripolitania ed è già alle porte di Tripoli. La Libia non ha fabbriche alimentari e di altro. L'Italia era il partner principale. Fornivamo tutto, dai generi alimentari, mobili, piastrelle e, naturalmente, grossi progetti. Questo non faceva comodo alla Francia, che, volendo prendere il nostro mercato, con il presidente di allora Nicolas Sarkozy, ha pensato bene di far uccidere il Colonnello. Ma, ahimè, dopo di Gheddafi il caos. È entrata subito l'Isis e le tribù, senza guida, hanno ripreso il gioco della guerra. Speriamo che si riesca a trovare una soluzione e che i venti di guerra finiscano di spirare!
Tito Rovatti
Codigoro (Fe)
L'inchiesta sulla Svezia
Nessuna superiorità
dei Paesi nordici
Ho letto l'inchiesta di Aiello e Bassi sulla Svezia, che il vostro giornale pubblica a puntate, per aprirci gli occhi sulle magagne del modello svedese.
Premesso che non ho mai creduto a una presunta superiorità dei paesi nordici in fatto di etica e di rettitudine tout court (le banche svizzere insegnano), ma solo in un grado innegabile di efficienza in più, rispetto ai paesi mediterranei, la puntata dell'inchiesta sui profughi in Svezia e sul politically correct che ha pervaso ogni forma della vita pubblica, mi ha lasciato a dir poco sconcertato.
Lo stagista mussulmano che in ossequio alla concezione della donna come essere inferiore tipica della sua religione, non ha voluto stringere la mano alla dottoressa, ha ottenuto, lui, un risarcimento in denaro, non la dottoressa offesa, solo perché questa, sorridendo tra l'altro, gli aveva fatto gentilmente notare che stringere la mano equivale per noi a una forma di saluto e di riconoscimento reciproco!
L'aveva lei, discriminato e offeso, col fargli presente le nostre civili e democratiche usanze! E via di questo passo, coi tribunali svedesi che si piegano alla sharia, quando la vittima, donna, denuncia, guai a lei, il marito mussulmano che la picchia!
Che dire?
Mi sembra la favola del mondo al contrario o la realizzazione delle fantasie paradossali del pittore olandese Bosch. Comunque, riguardo all'Islam, di questo passo le profezie della Fallaci sull'Europa asservita all'Islam sono prossime ad avverarsi. Intanto non lamentiamoci se le destre stanno sempre più prendendo piede e le sinistre, fautrici del multiculturalismo, declinano inesorabilmente.
La gente comune ci vede più lontano delle ideologie socialiste di vecchio o nuovo stampo.
Riccardo Gut
San Dona' di Piave (Ve)
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