SOCIETÀ E RELIGIONE
EVVIVA
IL PRESEPIO
Ci risiamo: con le prime luci

Sabato 9 Dicembre 2017
SOCIETÀ E RELIGIONE
EVVIVA
IL PRESEPIO
Ci risiamo: con le prime luci di Natale, ecco puntuali le polemiche sul Presepio, una dolce tradizione di origine italiana che non ha mai fatto male a nessuno, autorevolmente raccomandata dalla Regione Veneto nelle scuole.
Scontata l'inappellabile sentenza di matrice totalitarista di qualche rappresentante del mondo studentesco (quale mondo?): il Presepio non si deve fare!
Un po' più sorprendenti i dotti distinguo sul cambiamento dei tempi, il multiculturalismo, il rispetto delle altre religioni per arrivare, dopo arditi voli sintattici, alla conclusione che con o senza la Chiarastella, dobbiamo volerci tutti bene, senza integralistiche distinzioni confessionali.
Mamma mia! Che dire? L'analogia Presepio/Crocefisso nei luoghi pubblici è evidente! Bisognerebbe allora ricordare a questi solerti signori che l'Europa non va invocata solo quando fa comodo e che la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo sulla legittimità dell'esposizione del Crocefisso nelle scuole pubbliche, ha messo definitivamente fine, il 18 marzo 2011, a stupide argomentazioni che confliggono con la nostra storia ed identità.
Luca Busson
Rovigo
CASO CARRARO
COLPO BASSO
AI LAVORATORI
Ha fatto presto a fare il giro del web, dei social e dei giornali l'annuncio di pochi giorni fa della ditta Antonio Carraro, azienda metal-meccanica del padovano con circa 350 dipendenti. Ne hanno parlato anche a Report. Come mai così tanta risonanza? Il tema è importante: il lavoro.
L'annuncio fatto è uno di quelli che non può passare sottotono: Cerchiamo 70 persone, ma non si presenta nessuno. Offriamo stipendio di tutto riguardo: 1590 euro lordi al mese». Ecco, questo è il succo e, in una frase, quello che è il lavoro oggi in Italia. Una merce a basso costo, senza valore, dove ci si può permettere anche di colpevolizzare chi è disoccupato.
Cosa succede infatti quando ci sono aziende che, con la grancassa dei giornali, annunciano che cercano lavoratori ma non trovano nessuno? Succede una cosa molto semplice: si insinua che il lavoro c'è, ma la gente non ha voglia di lavorare, si insinua che in fondo essere senza lavoro è una scelta se non addirittura una colpa.
E' un colpo basso inferto a chi conosce ed esercita la fatica della ricerca dell'occupazione. Noi di Liberi e Uguali respingiamo questo colpo al mittente! Lo respingiamo insieme all'umiliazione che comporta e all'idea che 1590 euro lordi al mese siano uno stipendio allettante. Non può essere allettante un compenso di circa 1000 euro netti per fare un lavoro a turni in una zona dove il costo degli affitti è alle stelle oltre al generale carovita. Non può considerarsi lavoro quello che ti occupa quasi per intero le giornate per lasciarti in tasca poco più di una paghetta.
Il lavoro deve essere affrontato in modo serio; i lavoratori devono essere rispettati; la disoccupazione è un dramma sociale e umano che richiede impegno e serietà.
Serve uno sforzo enorme per far uscire il Paese dalla fascia grigia di precarietà e sfruttamento nella quale è stato spinto dalle politiche degli ultimi 20 anni e arrivata a compimento con il job-act. Su questo Liberi e Uguali pone la propria centralità: vanno ricuciti i fili spezzati di un intero mondo del lavoro fatto di subalternità sfruttamento e rassegnazione. Un mondo fatto di lavoratori che non parlano ai pochi microfoni che li cercano e che quando lo fanno non mostrano il viso per timore di ritorsioni che aggraverebbero la situazione di precarietà. Questa è paura, una paura che pochi raccontano, che pochi si prendono la briga di intervistare.
Riparte anche da qui il progetto di Liberi e Uguali per un nuovo Paese. Riparte dall'iniziare in primo luogo a raccontare con onestà e verità l'altra faccia del lavoro per restituirgli quella dignità che da troppo tempo sembra dimenticata, per rimetterlo al centro delle priorità.
Liberi e Uguali per il Polesine
Rovigo
ECOAMBIENTE
IL GARAGE COME
UNA DISCARICA
È partita la raccolta porta a porta nel mio quartiere e all'inizio pensavo che i dirigenti di Ecoambiente si fossero documentati raccogliendo le esperienze dei luoghi dove già da tempo si effettua tale tipo di raccolta rifiuti.
Io conosco la realtà di Forlì, dove nei cortili condominiali vengono posizionati i cassonetti che nei giorni previsti vengono prelevati e svuotati dagli operatori ecologici. Ai condomini il compito di differenziare bene i rifiuti e di lavare i cassonetti. Sarebbe stato troppo semplice e facile. A noi poveri abitanti le frazioni di Rovigo spetta ben altro compito. Optando per la raccolta condominiale veniamo dotati solo di due cassonetti che dovranno essere messi fuori dal cancello dai condomini stessi, mentre per tutti gli altri rifiuti dobbiamo arrangiarci a trovare collocazione per i cassonetti (in casa può stare solo quello dell'umido, gli altri sono troppo grandi) e la ciliegina sulla torta è rappresentata dai sacconi per la raccolta plastica, ingombranti, soggetti a strappi con fuoriuscita di materiale, difficili da collocare sia all'interno che all'esterno.
Non trovando accordo su chi si prende il compito di portare fuori i due cassonetti condominiali si è preferito optare per la singola, con la conseguenza di dover posizionare, nel caso di condominio con 6 appartamenti, 24 cassonetti più i sacconi della plastica. Il giardino, le cantine e i garages adibiti a discarica.
Complimenti a chi ha trovato queste ottime soluzioni! Prima si usciva con il sacchetto dei rifiuti e si gettava nel cassonetto, ora si esce col sacchetto dei rifiuti e si deve pensare se il cassonetto è quello situato in giardino o quello in cantina o quello nel garage, poi si deve studiare il calendario e ricordarsi di portare in strada la sera prima il contenitore giusto, e ci si deve poi ricordare di riportarlo dentro, e se per caso si parte per un viaggio e non è il giorno giusto, devi mettere fra i bagagli anche il sacchetto dell'umido!
Lettera firmata
Rovigo
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