Famiglia, il Veneto lascia il logo: «No ai fondamentalismi»

Domenica 24 Marzo 2019
IL CONGRESSO
VENEZIA Per il prossimo fine settimana Luca Zaia aveva programmato qualche giorno di vacanza, in modo da festeggiare il compleanno che cadrà mercoledì. «Invece rientrerò per andare a Verona, perché non può passare l'idea che il presidente della Regione non fa un passaggio al congresso mondiale delle famiglie», annuncia l'esponente della Lega. Il governatore respinge la richiesta di revoca del patrocinio avanzata dal Movimento 5 Stelle, ma condiziona il sostegno istituzionale a ciò che sentirà con le proprie orecchie.
IL PATROCINIO
L'evento è patrocinato dalla Provincia di Verona, dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e dal ministro per la Famiglia, che è senza portafoglio e fa infatti riferimento al dipartimento incardinato nella presidenza del Consiglio, la quale da parte sua ha diffidato gli organizzatori dall'usare il suo logo. «Palazzo Chigi fa le sue scelte, ne facesse una anche a favore dell'autonomia magari andremmo d'accordo», sbotta Zaia, precisando al riguardo che il 3 aprile sarà in audizione al Senato. Aggiunge il governatore: «Il Veneto non è oscurantista e ha dato il patrocinio, che resta, perché è giusto che tutti abbiano parola. Penso che porre la questione sulla condizione della donna o sul tema della natalità non sia fondamentalismo. Per questo andrò lì a portare un pensiero liberale contro l'omofobia, a tutela della libertà di scelta della donna, lasciando l'aborto alla coscienza e senza mettere in discussione la legge, così come ho avuto il coraggio di portare la fecondazione assistita a 50 anni, anche se il mondo cattolico non era dalla mia parte». Ma queste, rimarca Zaia, sono appunto le condizioni in base a cui quel patrocinio verrà mantenuto: «Se c'è qualcuno che vuole fare il pasdaran, con dichiarazioni omofobe o medievali nei riguardi della donna, si dovrà confrontare con me. Ma a tutt'oggi non ho visto questo».
LA MARCIA
Intanto continuano le polemiche. Il leghista Matteo Salvini rilancia la sua partecipazione: «Ribadire il sostegno a una famiglia basata sulla mamma, il papà e i bimbi mi sembra totalmente normale». «Siamo noi la famiglia naturale», hanno però replicato i duemila che ieri pomeriggio hanno preso parte a Verona alla marcia antirazzista organizzata dal coordinamento Nella mia città nessuno è straniero. Lo striscione faceva riferimento a uno degli slogan del congresso. (a.pe.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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