MALTEMPO
VENEZIA Il maltempo invernale del fine settimana ha quasi certamente

Martedì 7 Maggio 2019
MALTEMPO
VENEZIA Il maltempo invernale del fine settimana ha quasi certamente fatto una vittima: da domenica mattina è disperso nel Mincio il ragazzo rumeno di 24 anni di Valeggio finito nel fiume con l'auto assieme ad altri quattro amici mentre andava a pesca. Le ricerche sono continuate anche ieri ma sono poche le possibilità di ritrovarlo vivo.
In attesa di altre perturbazioni, sembra comunque meno intense annunciate per domani e giovedì, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato ieri mattina il decreto sullo stato di emergenza, già sul tavolo del governo: è nuovo, non un estensione del precedente decreto di un paio di settimane fa, non pone date-limite al censimento dei sindaci sui danni.
Dopo il superlavoro di soccorso immediato, sgombero di alberi caduti e case allagate a cui sono stati costretti Vigili del fuoco (oltre 600 interventi tra sabato e domenica) e centinaia di volontari della Protezione civile, ripristinata l'energia elettrica a Tambre, rientrati i livelli dei fiumi (specie Brenta e Bacchigione), è partita la conta dei guasti provocati dalle nevicate di maggio anche a quote medio-basse, dal vento forte (punte di 130 km/h a Marano di Valpolicella), da grandinate e piogge. Mentre restano monitorati nel bellunese gli smottamenti di Borsoi e sull'autostrada A27 all'altezza del comune di Alpago sul lago di S.Croce.
Il maltempo in Veneto ha colpito larghe fasce del territorio, la più presa di mira dalle pazzie del meteo è stata tutta la provincia di Verona, pianura, colline e basso lago, in particolare la zona del Garda. Ma anche il litorale (allagamenti a Sottomarina e Bibione), la fascia Pedemontana (Valdobbiadene affondata due volte in otto giorni), le zone collinari dove grandinate, gelate, raffiche hanno fatto male a vitigni, alberi da frutta (ciliegie, mele, pere, albicocche), ortofrutta, in un momento delicato della stagione. E in pianura le piogge copiose e i ristagni d'acqua dopo le recenti semine non hanno certo giovato a mais, frumento, cereali, soia. «È stato senz'altro un evento anomalo» sintetizza Luca Soppelsa, direttore della Protezione civile regionale.
Secondo un primo bilancio della Cia-Agricoltori italiani, Veneto ed Emilia-Romagna sono state le regioni più maltrattate per una stima di danni superiore al milione di euro. «Avremo sensibili riduzioni delle produzioni in alcune filiere - dice Giuseppe Pan, assessore regionale all'Agricoltura - Non si prospetta certo una bella annata».
IL BILANCIO
Ovviamente è presto per quantificare i danni. La Regione Veneto è in attesa del censimento dei sindaci cui sono state date alcune settimane di tempo. Nel settore agricolo, Avepa ha subito fatto partire i sopralluoghi. A premere sull'acceleratore sono le associazioni di categoria. «Il Nordest ha un peso agricolo consistente con una produzione che vale il 28% di quella nazionale - sottolinea la Cia - Siamo davanti a una situazione eccezionale che conferma come i cambiamenti climatici siano una realtà concreta. Gli agricoltori dovranno investire sempre di più in strumenti assicurativi per proteggere le colture dagli eventi estremi».
VERONESE
La fascia colpita è macchia di leopardo ma estesa, fino al confine di Vicenza. Si stima che per i vigneti sia a rischio il 50% della produzione nella zona del Lugana: la grandine li ha tranciati in due spezzando i rami. «Un disastro anche nei frutteti senza rete: meli, pere, pesche, albicocche - osserva Pietro Spellini di Confagricoltura - tutti i frutti segnati e quindi deprezzati». «I danni al momento - evidenzia Giuseppe Ruffini, direttore della Coldiretti - non sono quantificabili. I vigneti sono nella fase della inflorescenza per cui la valutazione potrà essere effettuata più avanti nel tempo quando si formeranno i grappoli. La frutticoltura è stata colpita da grandine molto sottile in un momento in cui i frutti sono ancora molto piccoli per cui anche qui bisognerà aspettare l'evoluzione». Il lago di Garda è stato battuto da grandinate e raffiche oltre i 100 km/h, anche ad Affi e Cavaion Veronese, a Bardolino sradicate piante secolari.
Paolo Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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