Pedemontana, M5s vira: noi favorevoli

Mercoledì 17 Ottobre 2018
IL CASO
VENEZIA Ha detto Luca Zaia: «Ho appreso con piacere la bella notizia che i Cinquestelle sono a favore della Pedemontana, anche se, adesso, sono i contratti a non andare bene». Ha ribattuto Jacopo Berti: «Finalmente si è reso conto anche lui di essere responsabile di una bomba innescata che rischia di far saltare i conti della Regione e quelli dei veneti nei prossimi 40 anni». Dialogo tra sordi, o ironia contro ironia, oppure teatro dell'assurdo? Viene francamente da chiederselo, dopo il botta e risposta (a distanza) di ieri fra il governatore leghista e il vicecapogruppo pentastellato. Al di là del gioco delle parti, e del messaggio che queste intendono trasmettere alle rispettive platee, il punto fermo è uno: la revisione della concessione, chiesta dalla forza di opposizione, compete al concedente-Regione e al concessionario-Sis, tutto il resto rischia di ridursi a chiacchiere.
LA RICHIESTA
Attraverso un comunicato, il Movimento 5 Stelle del Veneto ha puntualizzato la propria posizione, dopo le polemiche scatenate dal mancato inserimento della Pedemontana nell'elenco delle grandi opere, citato dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che il ministero delle Infrastrutture intende sottoporre all'analisi costi-benefici. «Noi non siamo contro la Pedemontana, siamo contro le grandi opere trasformate in mangiatoie, esattamente come sta accadendo per la Pedemontana. Noi l'avremmo progettata in modo molto diverso, con una maggiore attenzione per l'ambiente e il territorio, e l'avremmo anche impostata con un assetto economico e finanziario del tutto differente. Ma non c'è più tempo da perdere, abbiamo invitato la Regione ad aprire un tavolo tecnico per la revisione migliorativa della concessione e aspettiamo la risposta prima possibile».
LA RISPOSTA
La risposta è arrivata dalla viva voce di Zaia: «Esistono istituzioni come il Consiglio e le Commissioni. Il presidente della commissione Infrastrutture sono sicuro che accoglierà i Cinquestelle a braccia aperte». Difficile non leggere, nelle parole del governatore, una notevole ironia. Mentre il M5s ha chiesto di rivedere l'utile del privato, il rischio di impresa, le stime sui flussi di traffico e le penali, tutte questioni che attengono ad un'ipotetica nuova trattativa tra Palazzo Balbi e consorzio Sis, la Regione ha suggerito alla formazione di minoranza di rivolgersi all'assemblea legislativa, chiamata però a votare un eventuale accordo stretto tra concedente e concessionario. Ha infatti confermato lo zaiano Francesco Calzavara, il presidente che dovrebbe appunto abbracciare Berti e colleghi: «Il nostro compito è stato quello di esprimere un parere al Terzo atto convenzionale, così com'era stato rivisto dai due attori, per poi mandarlo in aula. Abbiamo avuto una funzione di trasparenza rispetto alla bontà del Tac, che possiamo svolgere ancora nel caso ci fosse una modifica dell'intesa, ipotesi che però mi pare difficile».
IL SARCASMO
Decisamente sarcastica la capogruppo zaiana Silvia Rizzotto: «Berti è partito da Padova dopo essersi scaricato un'idea da Internet, è arrivato a Roma, dove gli hanno spiegato che doveva spegnere i social e tornare alla realtà. Rimontato sul treno per il Veneto, ha evidentemente compreso quale fosse la strada, ma lui e i 5 Stelle hanno speso gli ultimi anni ad attaccare senza mezze misure l'opera strategica più importante del Veneto per rendersi conto ora, però, che questa, volenti o nolenti, verrà completata, cosi come i veneti che lavorano e vivono nell'area da tempo richiedono». E così, ironia per ironia, su Facebook in serata Berti ha ringalluzzito la base grillina lasciando intendere di aver convinto Zaia a un ripensamento: «Ci fa molto piacere che abbia sostanzialmente avvallato la nostra richiesta e siamo certi che la sua maggioranza risponderà puntualmente al sollecito. Noi siamo pronti a mettere in agenda il tema e a portarlo in commissione anche domattina, non vediamo l'ora di poter lavorare sulla revisione di un contratto che rischia di portare nelle casse del socio privato 5 miliardi e mezzo di euro di guadagno garantito dalle tasse dei veneti».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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