Post contro l'ospedale, la Regione fa denuncia

Domenica 10 Marzo 2019
IL CASO
VENEZIA Un post su Facebook, visibile per qualche ora, prima di essere rimosso con tante scuse. Insufficienti, però, ad evitare un'indagine interna all'ospedale di San Donà di Piave avviata ancora ieri e una formale denuncia alla Procura di Venezia annunciata già per domani. È il caso politico-sanitario che ha animato la giornata in Regione: i direttori generali delle Ulss, che condividono una chat su WhatsApp, descrivono un governatore Luca Zaia furioso per le pesanti accuse rivolte da una paziente, che secondo i primi riscontri sarebbero infondate.
LA VICENDA
Teatro della vicenda è il gruppo Il Ponte, che raccoglie «notizie, commenti, critiche, suggerimenti sui problemi sociali, sanitari e di vivibilità del Veneto Orientale», formato da 3.950 membri e gestito da 11 amministratori, fra cui alcuni volti noti della politica sandonatese come l'ex prima cittadina (ed ora assessore veneziana) Francesca Zaccariotto ed il mancato candidato sindaco (nonché ex chirurgo alla casa di cura Rizzola) Paolo Madeyski. In mattinata appare l'intervento di una donna: «Salve a tutti, si parla di mala sanità ecco la mia testimonianza. Operata d'urgenza all'ospedale di San Donà e ricoverata nel reparto di chirurgia. Chirurghi abbastanza competenti ma a volte contrastanti. Farmaci scadenti, meglio portarseli da casa. Personale infermieristico... qui veramente punto dolente, se pochissimi se ne salvano, la loro professionalità ed umanità viene totalmente calpestata dalla maggior parte dei colleghi. Scortesi, infastiditi, livello umano pari a zero...». Le critiche continuano, non senza un monito: «I pazienti devono sentirsi seguiti, curati e amati».
LA RABBIA
In pochi minuti le contestazioni scatenano decine di reazioni e commenti. Sale la rabbia, su Facebook ma anche nella chat a cui i dg del Veneto partecipano con il governatore Zaia. Ad un certo punto sul social interviene il dottor Madeyski: «Sono stato costretto a rimuovere il post della signora (...) in quanto i commenti andavano fuori le righe». E ancora: «Ricordo che vi sono delle regole e tra queste quelle con le quali non si offendono le persone e, come ho detto più volte, i casi particolari se documentati devono essere portati davanti agli uffici competenti della Asl». Donatella ingrana la retromarcia: «Mi scuso anche ma è stato uno sfogo non tanto per me che sono stata presa in tempo, ma per tutti quelli che soffrono molto di più. Chiedo nuovamente scusa per averlo fatto o per i termini usati».
LA RISPOSTA
Carlo Bramezza, dg dell'Ulss 4 Veneto Orientale, prova a placare nella chat l'ira di Zaia: «La signora si scusa». Ma il governatore è furente, a giudicare dal numero di punti interrogativi: «Cosa????????». E poi: «Non ci si scusa così». Lapidario il commento dalla Regione: «Per lunedì mattina il direttore generale dovrà fornire una relazione dettagliata sulle cure prestate, dopodiché se non saranno accertate inadempienze trasmetteremo tutto alla Procura». La risposta dell'Ulss è già stata affidata a una nota ufficiale, che definisce il post «sconcertante e ingiurioso», annunciando la linea dura: «L'Azienda Ulss4 ha effettuato una prima ricostruzione interna che ha confermato l'assoluta infondatezza di quanto dichiarato dalla signora, pertanto provvederà a tutelare la propria immagine e quella dei tanti operatori che quotidianamente, con professionalità e umanità, svolgono il non facile compito di essere vicini alle persone che soffrono».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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