Zaia boccia il Pd: «No a nuove tasse»

Giovedì 7 Dicembre 2017
L'IMPEGNO
VENEZIA Non ci saranno addizionali nel bilancio di previsione per il 2018 della Regione Veneto. Non ci saranno tasse di scopo e nemmeno una Operazione Futuro come quella chiesta dal Pd per aiutare le famiglie in difficoltà. «Questo è un bilancio tax free perché noi ci siamo presi un impegno: non mettere tasse», ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia ieri pomeriggio a palazzo Ferro Fini, durante la seduta dell'assemblea legislativa che ha aperto la sessione di bilancio tra Defr (il Documento di economia e finanza regionale) e Collegato. La discussione sulla manovra 2018 - illustrata dal presidente della Prima commissione Marino Finozzi (Lega) cui è seguita la controrelazione di Claudio Sinigaglia (Pd) - è stata dominata dalla proposta del principale partito di opposizione di reintrodurre, dopo sette anni, l'addizionale Irpef sui redditi superiori ai 75mila euro, così da raccogliere 49 milioni da devolvere alle famiglie in difficoltà partendo dalle rette negli asili nido fino a quelle della casa di riposo. Una proposta che ha trovato il plauso dell'Uripa, l'Unione delle case di riposo del Veneto: «Sono convinto - ha scritto il presidente Roberto Volpe - che i cittadini veneti economicamente più agiati ai quali solo pochi mesi fa avevate ipotizzato un contributo di solidarietà per completare la Pedemontana, oggi non si sottrarrebbero ad aiutare i loro concittadini in difficoltà». Ma Zaia non ci sente e la Lega ufficialmente non mostra crepe: «Non è nostra intenzione mettere le mani in tasca ai veneti», ha detto l'assessore al Bilancio Gianluca Forcolin. Con il capogruppo del Carroccio Nicola Finco che ha rincarato: «Tassare i veneti equivarrebbe a svilire il referendum per l'autonomia che ha visto più di 2 milioni di votanti e un risultato plebiscitario». Per non dire dell'ex tosiano Stefano Casali: «Prendiamo atto che il Pd schiavo della corrente boldriniana non vuole valorizzare i presepi nelle scuole e, com'è sua abitudine, vuole aumentare le tasse. Noi, invece, vogliamo abbassarle».
LA MANOVRA
Dopo aver ricordato che il bilancio della Regione Veneto ha dovuto fare i conti negli anni con una serie di tagli dei trasferimenti statali («Siamo passati dai 491 milioni di spesa per le politiche regionali nel 2010 a 50-60 milioni quest'anno, poco più di quanto ne avevo in Provincia di Treviso nell'ultimo mio mandato di presidente quando potevo contare su 40 milioni solo per le strade»), Zaia ha ribadito che non metterà tasse: «La pressione fiscale in Italia è già al 68 per cento. La mancata applicazione dell'addizionale Irpef assieme a Irap e accise cuba 1 miliardo e 153 milioni di euro, soldi che abbiamo lasciato nelle tasche anche dei più ricchi e questo ha significato lasciare un po' più di capacità di spesa. L'opposizione introduce il concetto di tassa di scopo per il sociale: si tratta di una novità per questa regione, ma lascio l'eventuale scelta di imporre qualche addizionale in più a chi affronterà questa amministrazione nel 2020». «Sul sociale e i disabili bisognerebbe investire di più. In questo bilancio ci sono tuttavia segnali positivi compatibilmente con le disponibilità finanziarie che abbiamo». Ha definito il bilancio 2018 «credibile» e «sobrio», rimarcando che per il primo anno la manovra sarà approvata entro dicembre. «Però - ha detto rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza - se fate veloci lo approveremo ancora prima».
EMENDAMENTI
Oggi inizieranno le votazioni degli emendamenti al Defr. In tutto sono 185, compreso quello del Pd che chiede l'introduzione dell'addizionale Irpef e che si avvia alla bocciatura. Ciò nonostante il dem Graziano Azzalin ha insistito: «È un bilancio privo di un'anima, che si basa solo sul mito dell'autonomia che, peraltro, non può reggere economicamente. Sfido Zaia a operare una scelta coraggiosa per aprire una costruttiva fase di dialogo: avvalli la nostra proposta emendativa per sostenere le famiglie venete». Piero Ruzzante (Articolo 1 Mdp) ha alzato il tiro, chiedendo di mettere la stessa addizionale Irpef proposta all'epoca da Zaia per la Pedemontana cioè con una aliquota del 2,1%, ma sui redditi sopra i 75mila euro. Il M5s con Simone Scarabel ha detto che in questo Defr «i dati sul sociale non sono incoraggianti, sono state dimenticate le nuove generazioni». Una critica è arrivata anche dagli alleati di Forza Italia: «Condividiamo il Defr al 90% - ha detto Massimo Giorgetti - ma il documento programmatico può essere migliorato sotto alcuni aspetti, come quello economico e degli investimenti. La giunta entro l'anno prossimo deve varare un nuovo Piano Casa, che determina considerevoli investimenti e che va adattato alle nuove esigenze del mercato. Abbiamo una proposta di Legge pronta per individuare zone economiche speciali di interesse regionale, in cui si può andare in deroga rispetto alla legislazione generale. E poi c'è l'edilizia universitaria per offrire servizi ulteriori agli studenti».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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