Casa di cura, accuse in Senato mobilitazione sul territorio

Sabato 30 Marzo 2019
ABANO
In attesa della mobilitazione dei sindacati dei lavoratori il 2 aprile, data nella quale dovrebbe essere reso noto alle organizzazioni sindacali il numero degli eventuali esuberi, è ancora la politica a spingere perché siano ritirati il declassamento e le altre penalizzazioni approvate dalla giunta veneta per la Casa di cura.
Il caso è arrivato in Parlamento e il circolo di Montegrotto di Fratelli d'Italia attacca la giunta regionale e il governatore Luca Zaia in particolare.
«CITTADINI PENALIZZATI»
Ma accuse precise sono arrivate al Senato. «La Casa di cura di Abano rischia di essere declassata da ospedale a struttura integrativa della rete ospedaliera pubblica - ha detto il senatore Antonio De Poli intervenendo in aula difronte ai colleghi - e questo vuol dire riduzione dei servizi, ovvero una penalizzazione per i nostri cittadini. Vuol dire riduzione del numero delle prestazioni erogate ai cittadini e anche ai visitatori di un'area turistica come quella delle Terme Euganee (oltre 3 milioni di visite all'anno). Vuol dire chiudere un pronto soccorso che, ogni anno, registra 38.000 accessi! Rischiano di chiudere anche Terapia intensiva, Traumatologia, Ostetricia e Rianimazione. Ma secondo l'ultimo rapporto Agenas, l'ospedale di Abano è tra i primi in Italia come qualità dell'assistenza nell'ambito della chirurgia della prostata e della chirurgia del ginocchio. E' impensabile che le centinaia di migliaia di turisti che visitano il bacino termale euganeo debbano far riferimento, per i servizi di urgenza e pronto soccorso, a strutture ospedaliere (come l'ospedale di Schiavonia o l'ospedale di Padova) che sono raggiungibili nelle ore di punta solo dopo un'ora».
«NO TAGLI MA PIÙ RISORSE»
Al contrario, ha concluso de Poli, il sistema sanitario necessita di un piano di intervento strategico e di maggiori risorse: «Serve un piano Marshall per la sanità italiana».
Sul territorio altre proteste. Non ci va leggero Daniele Roncolato (Fratelli d'Italia): «Decine di migliaia di cittadini e circa tre milioni di presenze turistiche. Per tutta risposta la Regione vuole declassare l'ospedale del territorio. Per anni per il governatore veneto sono esistite soltanto Bibione e Jesolo Cavallino, località vicine a casa sua, e ora decide di dare un colpo al nostro territorio. Per questo siamo pronti alla mobilitazione a salvaguardia delle nostre terme e delle salute di cittadini e turisti. Siamo stanchi di essere calpestati da un governo veneto che vuole uccidere il nostro territorio che amiamo e che siamo pronti a tutelare a ogni livello, anche nazionale».
Alessandro Mantovani
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