VERSO IL CONGRESSO
PORDENONE Si avvia verso la fase conclusiva la maratona congressuale del Pd provinciale: l'assemblea per l'elezione del segretario - e del suo vice, oltre al direttivo - è prevista per la prima settimana di dicembre. Sarà una data tra il 2 (giorno in cui è previsto il congresso regionale che vedrà l'incoronazione del futuro segretario Cristiano Shaurli) e il giorno 7. In realtà i giochi in casa del Partito democratico, in questa fase guidata da Ivo Lot, sono già fatti: all'inizio di novembre le varie anime hanno trovato l'accordo sulla candidatura unitaria: il futuro segretario sarà Giorgio Zanin, mentre la vice sarà la maniaghese Annamaria Poggioli. Un tandem che ha visto la convergenza di tutte le correnti interne al partito e che non dovrebbe trovare alcun ostacolo nel dibattito in corso. Manca ancora la discussione e il voto di una manciata di circoli: complessivamente i circoli nel territorio provinciale sono 29. Tra le questioni che vengono dibattute dagli iscritti - sono oltre mille e cento nel Friuli occidentale - c'è anche quella del finanziamento del partito. Una questine che può sembrare secondaria e del tutto interna al partito, ma che è fondamentale per la sopravvivenza di un movimento politico che vuole rimanere radicato sul territorio.
CASSE VUOTE
Il problema del finanziamento delle casse Pd è anche legato al mantenimento delle sedi territoriali. In particolare, nei mesi scorsi, si era aperto il problema del mantenimento della sede di Pordenone: la casa non solo del circolo cittadino, ma del partito provinciale. Un punto di riferimento importante per l'intero territorio che - nei mesi scorsi - l'assemblea aveva chiesto di mantenere aperto. Ma il problema è proprio quello del soldi. E non è un caso se nel dibattito congressuale i vertici del partito hanno voluto inserire una sorta di sondaggio che è stato distribuito a tutti gli iscritti. La prima domanda del sondaggio fa proprio riferimento al tema dell'auto-finanziamento, cioé a quanto iscritti e militanti sono disposti a mettere a disposizione affinché il partito possa continuare ad avere sedi e a fare attività sul territorio. Le altre due questioni poste sono più politiche: una riguarda il riordino istituzionale locale con le Province abolite, l'altra il tema dell'immigrazione con lo ius soli.
LA DEMOCRAZIA COSTA
«Noi ci distinguiamo - sottolinea il segretario in pectore Giorgio Zanin, già renziano di ferro - per essere un partito che vuole rimanere radicato sul territorio e discutere francamente al prorpio interno. Per fare questo, in assenza del finanziamento pubblico che abbiamo abolito, servono i quattrini. E quindi è necessario discutere su come auto-finanziarci. Stiamo anche pensando a quali possano essere gli eventi in grado di raccogliere risorse. Questa è la fatica della democrazia che, a volte, richiede anche confronto accesi. Noi non siamo quelli degli algoritmi o quelli del debito facile». E rispetto al dibattito nazionale con i vari capi schierati per la leadership del partito Zanin per ora sta con Matteo Richetti. Rappresenta - dice - quell'area del cattolicesimo democratico dove sta la mia provenienza e la mia storia. Ma poi vedremo, io guardo al futuro del nostro partito e a chi meglio lo interpreterà».
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Si avvia verso la fase conclusiva la maratona congressuale del Pd provinciale: l'assemblea per l'elezione del segretario - e del suo vice, oltre al direttivo - è prevista per la prima settimana di dicembre. Sarà una data tra il 2 (giorno in cui è previsto il congresso regionale che vedrà l'incoronazione del futuro segretario Cristiano Shaurli) e il giorno 7. In realtà i giochi in casa del Partito democratico, in questa fase guidata da Ivo Lot, sono già fatti: all'inizio di novembre le varie anime hanno trovato l'accordo sulla candidatura unitaria: il futuro segretario sarà Giorgio Zanin, mentre la vice sarà la maniaghese Annamaria Poggioli. Un tandem che ha visto la convergenza di tutte le correnti interne al partito e che non dovrebbe trovare alcun ostacolo nel dibattito in corso. Manca ancora la discussione e il voto di una manciata di circoli: complessivamente i circoli nel territorio provinciale sono 29. Tra le questioni che vengono dibattute dagli iscritti - sono oltre mille e cento nel Friuli occidentale - c'è anche quella del finanziamento del partito. Una questine che può sembrare secondaria e del tutto interna al partito, ma che è fondamentale per la sopravvivenza di un movimento politico che vuole rimanere radicato sul territorio.
CASSE VUOTE
Il problema del finanziamento delle casse Pd è anche legato al mantenimento delle sedi territoriali. In particolare, nei mesi scorsi, si era aperto il problema del mantenimento della sede di Pordenone: la casa non solo del circolo cittadino, ma del partito provinciale. Un punto di riferimento importante per l'intero territorio che - nei mesi scorsi - l'assemblea aveva chiesto di mantenere aperto. Ma il problema è proprio quello del soldi. E non è un caso se nel dibattito congressuale i vertici del partito hanno voluto inserire una sorta di sondaggio che è stato distribuito a tutti gli iscritti. La prima domanda del sondaggio fa proprio riferimento al tema dell'auto-finanziamento, cioé a quanto iscritti e militanti sono disposti a mettere a disposizione affinché il partito possa continuare ad avere sedi e a fare attività sul territorio. Le altre due questioni poste sono più politiche: una riguarda il riordino istituzionale locale con le Province abolite, l'altra il tema dell'immigrazione con lo ius soli.
LA DEMOCRAZIA COSTA
«Noi ci distinguiamo - sottolinea il segretario in pectore Giorgio Zanin, già renziano di ferro - per essere un partito che vuole rimanere radicato sul territorio e discutere francamente al prorpio interno. Per fare questo, in assenza del finanziamento pubblico che abbiamo abolito, servono i quattrini. E quindi è necessario discutere su come auto-finanziarci. Stiamo anche pensando a quali possano essere gli eventi in grado di raccogliere risorse. Questa è la fatica della democrazia che, a volte, richiede anche confronto accesi. Noi non siamo quelli degli algoritmi o quelli del debito facile». E rispetto al dibattito nazionale con i vari capi schierati per la leadership del partito Zanin per ora sta con Matteo Richetti. Rappresenta - dice - quell'area del cattolicesimo democratico dove sta la mia provenienza e la mia storia. Ma poi vedremo, io guardo al futuro del nostro partito e a chi meglio lo interpreterà».
Davide Lisetto
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