Di Maio: gli altri si facciano avanti Nuovi segnali al Pd `

Domenica 25 Marzo 2018
Di Maio: gli altri si facciano avanti Nuovi segnali al Pd `
LA GIORNATA
ROMA A Rimini, durante le ore turbolente della festa Italia Cinque Stelle, in cui Roberto Fico, 44 anni, oggi Presidente della Camera si arrovellava sulla designazione di Luigi Di Maio, 32, a capo politico del M5S, Beppe Grillo definì così l'attuale terza carica dello Stato: «Roberto? È un romantico».
Oggi, il romantico a Montecitorio, è salutato così dal garante genovese del M5S: «Un nuovo supereroe nazionale, persona integra e civile: un cittadino». Parole colme di affetto e di orgoglio trattenute fin dalla mattina quando Grillo ha fatto colazione all'hotel Forum con Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro (bruciato ma comunque prestato alla finta candidatura), Alfonso Bonafede e Stefano Buffagni.
LA NARRAZIONE
Ma al di là della narrazione dell'ortodosso romantico e guevarista a Montecitorio (il primo a fargli gli auguri appena esce dall'Aula è Nicola Fratoianni), è il sentiero imboccato dai vertici M5S per arrivare a dama con Fico che fa apparire la novità: il voto trasversale con Lega, Fratelli d'Italia e parte di Forza Italia.
«Perché è un mondo nuovo questo», dice un funzionario di Montecitorio che accompagna Fico nella marcia verso il Quirinale e vede i baci e i saluti dei passanti «ma è pure un mondo in cui oggi abiamo votato una di Forza Italia», dice un altro funzionario fedelissimo di Di Maio. «Una che ha fatto assumere la figlia quando era sottosegretaria...», arrosisce un giovane portavoce al secondo mandato.
Per eleggere Fico, Di Maio ha negoziato più volte con Matteo Salvini. L'ortodosso eletto grazie a un paradosso? Sì. Ma il Movimento vuole andare al governo e dopo tutto, questi esercizi di stile diplomatici torneranno utili più avanti. Quando? Nel cammino verso la formazione di una maggioranza per il governo che, torna a dire Luigi Di Maio, «è una partita slegata dalle presidenze».
Perciò, lo scouting sotterraneo continua senza soste. Con il Pd, i primi interlocutori sono Maurizio Martina e Lorenzo Guerini. Entrambi lombardi.
I CANALI
Ed è con la Lega che i canali sono più aperti. Da una parte il Movimento non esclude di attirare a sé una parte del Pd «anche se in Senato saremmo al sicuro con soli sei voti in più, non il massimo, mentre con la Lega sarebbero una ventina», ragiona un uomo di numeri. E Matteo Salvini ha dato prova di grande fedeltà al Movimento. «Siamo rimasti impressionati dalla compattezza e dal rispetto dei patti dimostrata dal Carroccio», dice un pentastellato che era in cabina di regia. «Tra Luigi e Matteo c'è un buon feeling», conferma un'altra fonte vicina a Davide Casaleggio che definisce Salvini come «uno di parola».
Ma da domani si riparte da zero e si guarda anche al Pd con la commissione speciale per il Def.
«Massima apertura a tutti. Alle forze politiche dico: fatevi avanti se volete fare cose buone per l'Italia», è questo il messaggio in bottiglia lanciato dal candidato premier Luigi Di Maio. Il dialogo sarà centrato sui temi economici e sul welfare.
«Io spero che dopo anni di governi che non aveva votato nessuno i partiti prendano atto del risultato del 4 marzo. Il M5S ha ottenuto 11 milioni di voti e il 32%, con un candidato premier, e spero si possa tener conto di questo risultato». Il risultato lo porta dritto verso una maggioranza ancora tutta in salita. Salvini difficilamente farà il numero due ma vuole partecipare. E Roberto Fico alla Camera è la garanzia che si può fare.
Stefania Piras
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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