Dialogo con la Cei e guerriglia alla Lega FI punta ai voti cattolici, ma è spaccata

Lunedì 28 Gennaio 2019
IL RETROSCENA
ROMA L'obiettivo è confinare la Lega nel recinto dei partiti di estrema destra e attirare i consensi dei moderati. Ma lo smarcamento di Forza Italia nei confronti del partito di via Bellerio sul tema dell'immigrazione si inserisce anche nella strategia di Berlusconi che mira ad accreditarsi come punto di riferimento della Chiesa. Non è passata inosservata Oltretevere la lettera in cui il Cavaliere ricordava sul Corriere dieci giorni fa l'anniversario il 18 gennaio 1919 dell'appello di don Luigi Sturzo ai liberi e forti che parole dell'ex premier «segnò la nascita del Partito Popolare Italiano e la partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana». Dalle parti di FI raccontano che il dialogo con il mondo ecclesiastico è costante.
LE RELAZIONI
Relazioni non più portate avanti solo dall'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. È lo stesso Berlusconi che punta a far convergere su FI i voti cattolici, dialogando con «alte sfere della Chiesa», spiegano fonti parlamentari. «I cattolici non possono che votare per noi. A sinistra non hanno sbocchi, solo io posso combattere il sovranismo e le politiche illiberali di Lega e M5s», il convincimento. FI gioca su un confine sottile: sui migranti nessuna linea morbida ma allo stesso tempo rispetto dei diritti umani, solidarietà verso «47 disperati», come li definisce Mara Carfagna. Non è un caso che la vicepresidente della Camera ieri abbia attaccato a testa bassa Salvini: «Basta propaganda. Facile prendersela con loro, vengono prima le persone», ha spiegato.
Ma il fatto è che sull'immigrazione si sta giocando una partita tutta interna anche al partito. Da una parte c'è l'ala del Nord che intende seguire pedissequamente la posizione del vicepremier leghista. I parlamentari del Sud, invece, auspicano a gran voce un cambio di rotta da parte di FI anche su questo versante. E' vero che l'iniziativa della Prestigiacomo non era concordata con i vertici, ma è altrettanto evidente la reazione dei dirigenti del Meridione (dalla Santelli in Calabria, a Miccichè in Sicilia) che chiedono un distacco sempre più marcato dalla Lega. Nel nome dell'accoglienza e della salvaguardia soprattutto dei minori. E per rispondere all'offensiva del Carroccio che, tra scuole politiche di formazione e corteggiamento degli amministratori, rischia di raddoppiare i consensi.
LA BATTAGLIA
In questa battaglia che si combatte sotto traccia ago della bilancia è proprio Berlusconi. Anche grazie al lavoro oscuro di Tajani. In particolare il vicepresidente di FI, nel suo ruolo di guida dell'Europarlamento, ha aperto un dialogo con la Cei. Ha incontrato recentemente in Umbria il cardinale di Perugia, monsignor Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana. È stato alla kermesse (c'era anche il premier Conte che dall'inizio del suo mandato si è accreditato come interlocutore della Chiesa) del Movimento dei cristiano Riformatori. Era presente alla festa di Avvenire, si definisce amico della Comunità di Sant'Egidio, ha sposato la causa dei perseguitati in Siria. Ma soprattutto ha spalancato le porte di Altra Italia all'Udc e a Rotondi e ha chiuso un accordo con Svp alle Europee.
Ma se Berlusconi vuole fare di FI una sorta di Democrazia cristiana 2.0, rispondendo anche a chi nella Chiesa chiede un ritorno di un partito dei credenti, c'è fibrillazione tra i gruppi azzurri. Con Toti che si appresta a varare l'operazione nuovo contenitore lo farà dopo le Europee portando in dote i voti di FdI di Meloni. Il Cavaliere dunque resta stretto tra le paure dell'ala del Nord, che teme di essere cancellata dalla Lega, e quelle dell'ala del Sud che rivendica il merito di portare la maggior parte dei voti. «Decido io», la sintesi del Cavaliere.
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci