IL PATRIARCA
VENEZIA Dopo un fine settimana in cui è stato protagonista,

Mercoledì 22 Novembre 2017
IL PATRIARCA
VENEZIA Dopo un fine settimana in cui è stato protagonista, offrendo una soluzione al problema degli stranieri richiedenti asilo di Conetta che stavano marciando su Venezia, il patriarca Francesco Moraglia è tornato sull'argomento a margine della messa solenne della Madonna della Salute. Così ha rotto il silenzio di lunedì, quando Forza Nuova ha fatto trovare degli striscioni contro di lui proprio sulla sua residenza, dandogli del Giuda perché aveva offerto le strutture della Chiesa per ospitare momentaneamente chi aveva lasciato l'ex base militare. Nel frattempo i carabinieri stanno visionando le telecamere dell'area marciana per risalire ai responsabili.
SITUAZIONE NON SEMPLICE
«È una situazione non semplice - ha commentato monsignor Moraglia a margine della messa - che ci chiede ragionamento e realismo. Le emergenze sono emergenze e non bisogna lasciarsi strumentalizzare, perchè le regole sono un valore e lo dobbiamo dire a noi, cittadini di antica provenienza, e anche ai nuovi venuti che bussano alla nostra porta».
E poi, Moraglia ha ribadito la posizione sull'esigenza di affrontare a livello politico la questione delle migrazioni.
«Il patriarcato di Venezia è intervenuto in un momento di emergenza e coordinando l'intervento con prefetto e questore. La realtà era di evitare che ci si trovasse nella situazione di dover compiere atti di forza. Gli atti di forza - ha spiegato - dividono sempre, anche dopo che sono stati compiuti. Quindi, l'intendimento era quello di aiutare in un momento di emergenza. Le regole dobbiamo cercare di osservarle tutti, ma certamente l'appello alla politica è grande. Noi - ha concluso - siamo sul territorio l'ultimo anello come comunità che vivono in queste zone e dobbiamo anche contare su una politica che non scarichi tutto sul territorio sull'ultimo anello, che non può risolvere un problema della politica locale, nazionale e anche internazionale».
L'OMELIA E I GIOVANI
Il patriarca, ha espresso la sua visione sociale anche nell'omelia, criticando una politica che lascia fuori i giovani dal mondo del lavoro.
«La nostra società - ha detto in Basilica - si presenta come pensata e progettata dagli adulti e per gli adulti. Una società che non solo non incoraggia i giovani ma, talvolta, li penalizza in modo inaccettabile. Sì, la nostra società posticipa e ritarda tutto... non solo la data della pensione».
In altre parole ha invitato ad avere più coraggio, ricordando episodi biblici e dal ventesimo secolo di giovani e addirittura bambini che da Dio hanno ricevuto grandi responsabilità. «Bisogna scommettere più su di loro - ha aggiunto - investire sul loro futuro, che poi è il nostro. Ci vuole più coraggio, più libertà interiore, più distacco da se stessi, più sensibilità verso il bene comune al di là della propria persona».
IL PELLEGRINAGGIO
L'afflusso di persone da tutto il Comune e anche dalla città metropolitana è stato importante fin dalle prime ore, ma tutto sommato fino all'inizio della messa solenne è stato contenuto. Poi, da mezzogiorno, la polizia locale ha istituito i soliti sensi unici, con arrivo dal ponte votivo e da San Vio e ritorno per il rio terà e le Zattere, con il giro tra le bancarelle con frittelle, dolci e palloncini che sono da sempre la gioia di ogni bambino, assieme a quella - oggi quasi preclusa per motivi di sicurezza - di accendere personalmente la candelina alla Madonna.
Per il Comune c'erano il vicesindaco Luciana Colle, l'assessore al Turismo Paola Mar e il delegato alle Tradizioni Giovanni Giusto. Poi il prefetto Carlo Boffi e tutti i rappresentanti delle autorità civili e militari. La Salute, come altri eventi della città, è anche un loro ritrovo.
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci