IL PERSONAGGIO
UDINE Avrebbe potuto giocare in Sudafrica, indossando la maglia

Sabato 15 Settembre 2018
IL PERSONAGGIO UDINE Avrebbe potuto giocare in Sudafrica, indossando la maglia
IL PERSONAGGIO
UDINE Avrebbe potuto giocare in Sudafrica, indossando la maglia del promotion team dell'Ajax. Ma Simone Spessot, baby portiere friulano di talento, alla fine, ha detto no, grazie. Almeno per ora. Perché, spiega, prima deve finire la scuola. E, se con il calcio non dovesse andare, gli fa eco mamma Tatiana, il suo pezzo di carta in tasca ce l'ha e il mestiere da pasticciere pronto pure.
LA DECISIONE
Una scelta molto friulana quella presa da Simone e dalla sua famiglia dopo una ragionatissima riflessione collettiva. Tutta concretezza e pragmatismo militante. «Ma in fondo - commenta Tatiana De Franceschi, mamma del calciatore - noi siamo di qui... Sarebbe stato bello prendere e partire per il Sudafrica, perché certo Simone non lo avremmo lasciato andare da solo, avremmo dovuto trasferirci tutti. Ma poi, magari, là poi non va e allora cosa facciamo? Meglio se Simone finisce la scuola (il Civiform di Cividale ndr) e poi, se all'Ajax di Cape Town sono ancora interessati, ci risentiremo a giugno e vedremo. Ma intanto lui ha il suo mestiere in mano e un diploma. Per finire la scuola gli manca un anno e si sa che è difficile vivere di calcio». Simone, 16 anni a novembre, che ieri poteva annunciare di aver «appena firmato con Forum Iulii di Cividale», dove giocherà tra gli allievi regionali, ammette che «all'inizio, quando abbiamo preso questa scelta di famiglia, ero un po' dispiaciuto di dover rinunciare. Mi sarebbe piaciuto tanto andare a giocare nell'Ajax in Sudafrica. Ma adesso, a mente fredda, sono più tranquillo. Preferisco concludere la scuola, così ho il diploma in tasca e posso trovare un lavoro. Il calcio, purtroppo, non è eterno. Certo, preferirei fare il portiere che il pasticciere, ma non mi illudo troppo. Se con il calcio non dovesse andare, mi piacerebbe aprire una pasticceria tutta mia a Feletto, dove vivo. Il mio pezzo forte? Mi viene bene un po' tutto, soprattutto la Sacher». E riavvolge il nastro dei ricordi.
LA MAIL
Tutto, raccontano Simone e sua mamma, è partito a luglio scorso. «Mi volevano nel brand promotion che milita, con il Chelsea nella Prima divisione del Sudafrica. Hanno scritto alla mamma una mail in cui dicevano che sarebbero stati contenti se fossi andato a giocare per loro. Ricevere questa richiesta a metà luglio è stata una grandissima sorpresa. Non l'ho detto a nessuno, solo al mio migliore amico, che era contentissimo per me e mi ha detto che, qualsiasi scelta avessi preso, mi avrebbe appoggiato. In famiglia, ci abbiamo pensato tutti assieme una ventina di giorni e abbiamo concluso che era meglio finire gli studi. Alla fine, ho rifiutato, almeno per ora, perché in Sudafrica non avrei potuto completare la scuola: questo è l'ultimo anno al Civiform, dove sto studiando per diventare pasticciere. È sempre stata la mia passione, da quando ho finito la terza media». Dopo il calcio, ovviamente. Anche mamma Tatiana, che lavora in un supermercato, e papà Alessandro, in forza ad una banca, sono rimasti piacevolmente sorpresi dal messaggio. «Quando ho trovato la richiesta da parte dell'Ajax nella posta elettronica - racconta Tatiana - sono rimasta stupita, ma è stato anche motivo di orgoglio. Secondo me Simone è bravo a giocare e ho fiducia in lui. Nella mail c'era il riferimento del direttore sportivo e ci siamo sentiti. Loro erano seriamente interessati a Simone, lo avevano visto giocare con qualche osservatore. Ma avremmo dovuto trasferirci tutti in Sudafrica, perché non lo avrei mai mandato da solo. Così, abbiamo fatto una serie di valutazioni e abbiamo detto a Simone: Adesso finisci l'ultimo anno di scuola, poi, se deve andare così, magari ci ripensiamo a giugno. Al'Ajax di Cape Town hanno detto che sicuramente ci risentiremo per allora: la porta non si è chiusa. Se saremo ancora interessati a trasferirci, loro ci aspettano. Simone ha ricevuto anche altre chiamate, pure da una squadra di calcetto del Veneto, ma abbiamo deciso che per quest'anno giocherà alla Forum Iulii, finisce la scuola e poi a fine anno scolastico ne riparliamo».
LA CARRIERA
Seppur giovanissimo (classe 2002), Simone ha già una sua carriera di tutto rispetto. Prima di approdare a Cividale, fra gli Allievi regionali, «il mio cartellino era di proprietà del Tre Stelle di Campoformido». E, prima ancora, aveva militato nelle fila del Donatello «per quattro anni». Ma, nel suo breve passato di baby-campione, ci sono pure «le giovanili dell'Udinese, per tre anni. Mi piaceva tantissimo giocare in maglia bianconera, ma all'epoca ero piccolo piccolo e per loro ero troppo basso», ricorda, dall'alto del suo quasi metro e ottanta attuale. Mastica pane e calcio. «Oltre a giocare, vado a scuola e non mi resta molto tempo per altro. Faccio tre allenamenti a settimana con la squadra e quattro in palestra». Adesso, Simone guarda avanti. «La squadra di Cividale è affiliata con il Carpi e, chissà, magari potrei anche andare a giocare in Emilia Romagna in futuro. Dopo questa chiamata dal Sudafrica, magari potrebbero aprirsi altre opportunità per me». Ma la speranza è che il treno-Ajax non sia passato per sempre. «Alla fine dell'anno scolastico vedremo se sono ancora interessati».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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