LO SCONTRO INTERNO
PORDENONE La Lega e Fratelli d'Italia a Pordenone governano

Venerdì 30 Novembre 2018
LO SCONTRO INTERNO PORDENONE La Lega e Fratelli d'Italia a Pordenone governano
LO SCONTRO INTERNO
PORDENONE La Lega e Fratelli d'Italia a Pordenone governano assieme. Facevano e fanno parte della coalizione che ha trascinato al successo elettorale il sindaco Alessandro Ciriani. Ma a Roma, dove le alleanze sono state ridisegnate dalla stretta di mano gialloverde tra Lega e Movimento 5 Stella, Fratelli d'Italia è all'opposizione. Capita così che sul tema della sicurezza e della gestione dei richiedenti asilo, due forze apparentemente affini come FdI e Carroccio possano litigare. Questione di lana caprina, forse, ma che la maggioranza a supporto di Ciriani si sia divisa proprio sull'argomento dei migranti è una notizia.
INCOMPRENSIONE
Il pomo della discordia è il decreto sicurezza, cioè la bandiera politica nazionale del vicepremier leghista Matteo Salvini. Prevede, tra le altre norme, anche l'inasprimento delle sanzioni a danno dei richiedenti asilo che durante la loro permanenza in Italia si macchino di reati quali lo spaccio di sostanze stupefacenti o la violenza sessuale. Entrano in gioco anche l'aumento dei tempi di permanenza nei centri dedicati e la perdita del diritto all'asilo in caso di reati commessi nell'attesa dello status di rifugiato. Il centrodestra può litigare su una materia simile? A Pordenone può succedere. Ecco come.
Ieri, commentando il decreto sicurezza, e in particolare le norme legate ai migranti, l'assessore Emanuele Loperfido ha lanciato l'allarme: «Rischiamo nuovi bivacchi - ha detto - e una serie di stranieri sbandati. Con la norma introdotta dal governo - ha proseguito Loperfido - ci saranno più persone senza controllo. Il problema sarà rappresentato da chi resta qua, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale. Si rischierà anche che gli stranieri in attesa sul nostro territorio possano dedicarsi più facilmente ad attività illecite». Insomma, un attacco a tutto campo nei confronti di una specifica norma del decreto sicurezza.
Sino ad oggi l'immigrazione e la gestione dei progetti legati ai richiedenti asilo avevano sempre unito il centrodestra pordenonese, ma ora pesano le divisioni a livello nazionale, nonché una visione personale firmata da Emanuele Loperfido che non è stata vista di buon occhio dalla Lega locale.
LA REPLICA
A parlare oggi è Simone Polesello, consigliere, rappresentante del Carroccio provinciale e braccio destro giovane del presidente della Regione Massimiliano Fedriga. «Sinceramente - ha ammesso - non ci aspettavamo un'uscita del genere dall'assessore Loperfido. Non la chiamerei una frattura, ma una divergenza di opinioni. La stretta sui migranti è cosa buona e giusta e quello varato da vicepremier Matteo Salvini è il metodo corretto. Per questo stento a comprendere la posizione di Loperfido sull'argomento. Noi andiamo avanti sulla nostra strada, che è quella del rigore nei confronti di chi commette crimini». Sul tema è intervenuto anche Marco Salvador di Pordenone 1291: «Finalmente l'assessore Loperfido dà ragione al sottoscritto per quanto riguarda l'accoglienza dei profughi. Ha ragione quando dice che l'eliminazione dei permessi di soggiorno umanitari porterà inevitabilmente alla clandestinità e ha doppiamente ragione quanto si dice preoccupato perché la clandestinità spesso può diventare l'anticamera alla delinquenza. Peccato che quando a Pordenone siamo arrivati a 70 richiedenti asilo che dormivano all'aperto per la demagogia e l'incapacità di Ciriani di risolvere la questione».
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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