Prostitute, ecco le zone vietate Strade del sesso in periferia

Mercoledì 17 Ottobre 2018
LOTTA ALLA PROSTITUZIONE
VENEZIA Il divieto di esercitare in strada il mestiere più antico del mondo non sarà più solo lungo le vie o le zone individuate da una delibera di giunta (come accaduto finora), ma sarà molto più esteso. Il nuovo Regolamento di polizia urbana, che recepisce i cambiamenti avvenuti negli ultimi vent'anni, inglobando i contenuti di ordinanze e adeguandosi ai tempi, prevede infatti che le aree interdette alla prostituzione saranno quelle in cui il Daspo urbano sarà applicabile. E il Daspo (allontanamento dalla città e molte fino a 3mila euro) sarà la sanzione per chi sgarra.
ZONE RISTRETTE
In pratica, si parla di gran parte del territorio comunale. Il Regolamento prevede infatti oltre alla città d'acqua, le principali aree di Mestre e Marghera, nonché tutte le aree in un raggio di 200 metri da scuole, università, biblioteche, musei, chiese, monumenti, giardini pubblici (compreso il bosco di Mestre), parcheggi, impianti sportivi, aree produttive. Insomma, le strade del sesso resteranno quelle della zona industriale, come via delle Macchine a Porto Marghera, esclusa appositamente.
«Pensare di vietare la prostituzione su tutto il territorio comunale è impensabile - ha spiegato ai consiglieri comunali in commissione Sicurezza il comandante Marco Agostini - perché una cosa è che loro capiscano che in certe zone non si può andare, un'altra è un divieto assoluto che in pratica equivale a nessun divieto. E ce le ritroveremmo di nuovo in corso del Popolo e via Piave come vent'anni fa. Invece, l'amministrazione preferisce togliere le prostitute in quelle strade dove un tempo c'erano».
LE PROTESTE
Per Silvana Tosi (Lega), il fatto di non vietare la presenza anche in zona industriale è una cosa indecente. «Questo significa - ha detto - che è permesso di fatto prostituirsi e non si possono sanzionare i clienti. È vietato utilizzare camper ma a Marghera ce n'è sempre almeno uno, con una donna vestita in modo succinto e una volta persino senza reggiseno. Non è indecente questo?»
Agostini ha poi parlato del contrasto, spiegando come lo scorso anno siano state comminate circa 300 sanzioni a carico di clienti. Per quanto riguarda lo sfruttamento, reato molto diffuso e perseguito alla fine degli anni Novanta, la situazione è molto mutata.
«Non risultano sfruttatori palesi per le prostitute comunitarie - ha detto - e comunque è difficile da dimostrare. Con le europee non abbiamo neanche merca di scambio che avevamo con le nigeriane, cui offrivamo protezione e permesso se parlavano e aiutavano a debellare la banda di sfruttatori. Per allontanare le europee stiamo studiando con la Prefettura altre strade».
CESTINI E LOCALI
Nei prossimi giorni saranno analizzati altri articoli, tra cui quello che prescrive l'obbligo negli esercizi per la vendita di prodotti alimentari di tenere i cestini all'esterno. Registrato anche un litigio in commissione sull'opportunità di invitare le categorie alla discussione sull'argomento, come aveva chiesto la capogruppo di Forza Italia Deborah Onisto. Poi, alla fine, tutto si è ricomposto.
M.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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