SOVRAPPOSIZIONI
MESTRE La nuova emergenza è la ndrangheta. Che sta invadendo

Giovedì 14 Febbraio 2019
SOVRAPPOSIZIONI
MESTRE La nuova emergenza è la ndrangheta. Che sta invadendo il Nordest. E va a sovrapporsi e a mescolarsi alla camorra, saldamente insediata a San Donà di Piave, ai casalesi di Eraclea e ai mafiosi che imperversano dal Lago di garda a Cortina, passando per Venezia. Ormai a guardare la mappa degli insediamenti di mafia, camorra e ndrangheta, pare proprio che il Veneto sia diventato la succursale delle mafie del Sud. Ed è il veneziano adesso che subisce la spinta più forte. Anche perchè gli equilibri che esistevano fino a qualche anno fa sono stati rimessi in discussione da qualche anno dall'arresto di Vito Galatolo, mafioso di Palermo che aveva preso casa in via Pio X a Mestre perchè doveva controllare gli appalti della Fincantieri di Porto Marghera. Galatolo aveva messo gli occchi e le mani anche sul Tronchetto, la gallina dalle uova d'oro che macina 5 milioni di turisti all'anno, arricchendo malavitosi locali della vecchia banda del Brenta e nuovi mafiosi. Al Tronchetto infatti da qualche anno troviamo palermitani e napoletani, ma anche qualche ndranghetista, tutta gente che lavora fianco a fianco con i veneziani.
NUOVI EQUILIBRI
Ma il Tronchetto non è il solo posto che cerca nuovi equilibri. Anche in Veneto Orientale si assiste a nuovi movimenti dopo che Silvano Maritan è stato tolto di mezzo dalla condanna a 14 anni per l'ultimo omicidio. Maritan negli anni 80 aveva aperto la strada all'arrivo dei camorristi con i quali negli anni aveva fatto affari nel settore dell'edilizia e dello spaccio, sempre mantenendo però saldo il controllo e il comando in un territorio che gli era stato assegnato da Felice Maniero ai tempi della grande spartizione. Adesso, con Maritan fuori gioco forse per sempre, in tanti si stanno muovendo per occupare posizioni e per scalare il mercato della droga e dell'edilizia, dei prestiti a strozzo e dei contatti con la politica. Più tranquilla perché ormai storicamente consolidata invece la posizione dei casalesi di Eraclea e Caorle anche loro in stretto contatto, a suo tempo, con Maritan che conservano le loro posizioni e pure i contatti con la casa madre di Casal di principe e si accontentano di appalti pubblici e privati nel settore dell'edilizia. Ma è la zona del veneziano quella che in questi ultimi tempi sta attirando l'attenzione soprattutto della ndrangheta, l'organizzazione criminale più ricca, più potente e più feroce che esista in Italia.
SOLDI SUGLI ALBERGHI
La ndrangheta sta investendo soprattutto nel settore alberghiero così come ha fatto e sta facendo nella zona del veronese e dell'Emilia Romagna. Del resto a Venezia la ndrangheta ha da sempre un suo punto di riferimento, anche politico, che era rimasto azzoppato da un paio di inchieste giudiziarie e, però, adesso si sta rimettendo al lavoro. Venezia oggi è dunque l'obiettivo più appetibile e più facile da conquistare. Come? Con i soldi. I grandi investimenti, stanno approdando proprio in Laguna e basti dire, tanto per dare un'idea, che in una telefonata tra ndranghetisti, intercettata qualche anno fa, i due parlavano di fare un'offerta per l'isola di San Clemente. Ebbene, la cifra in ballo era 50 milioni di euro, che la ndrina era disposta a mettere sul piatto, in contanti. Insomma, oggi, prendendo in mano la carta geografica del Veneto si fa fatica a trovare una città o un piccolo paese in cui non si trovino tracce di presenze inquietanti, ma il posto che comincia a destare più preoccupazioni è proprio il veneziano. E questo avviene nella più totale sottovalutazione del pericolo da parte della politica, che semplicemente fa finta di niente. Solo Libera ha capito che il Veneto è la nuova terra di conquista delle mafie, tant'è che don Luigi Ciotti ha deciso che la Giornata della memoria delle vittime di mafia, il prossimo 21 marzo. per la prima volta nella storia si terrà proprio in Veneto, a Padova, una delle tante terre che da anni ormai fanno i conti con le infiltrazioni mafiose.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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