SPORT E POLITICA
VENEZIA Tre giorni fa Beppe Grillo ha sdoganato le Olimpiadi,

Martedì 13 Marzo 2018
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VENEZIA Tre giorni fa Beppe Grillo ha sdoganato le Olimpiadi, benedicendo la candidatura di Torino per il 2026: «Sono una grande occasione per la città e per il Movimento. Dimostreremo di saperle organizzare a zero debiti e in maniera sostenibile». Roma, che con la sindaca Virginia Raggi aveva bocciato i Giochi 2024, evidentemente era un'altra cosa, fatto sta che a lanciare la sfida ai monti piemontesi ora sono le Dolomiti. Tutte. Quelle del Veneto. Del Trentino. E dell'Alto Adige. Insieme. E siccome la proposta è partita dal governatore del Veneto Luca Zaia, non è mancata la lettura politica, quella cioè di una sfida olimpica tra Lega e M5s. Versione che il governatore ha negato categoricamente: «A me non interessano le polemiche, il Movimento 5 Stelle sostenga chi gli pare, noi puntiamo alle Olimpiadi delle Dolomiti, è da tempo che io, il presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi e di Bolzano Arno Kompatscher ne parliamo, abbiamo volutamente tenuto sotto la cenere il tema perché c'era la campagna elettorale. Ma adesso ci troveremo ed entro il mese butteremo giù qualcosa di scritto per formalizzare la disponibilità della candidatura». Tant'è, a rafforzare la candidatura triveneta ci ha pensato lo stesso consiglio comunale di Torino che proprio sui Giochi ieri è saltato per mancanza del numero legale.
L'ANNUNCIO
Zaia ha dato l'annuncio ieri in terra trevigiana, a margine di una inaugurazione all'ospedale di Conegliano: «I primi contatti con i colleghi Kompatscher e Rossi ci sono già stati: per le Olimpiadi invernali del 2026 proporremo una candidatura Dolomitica coordinata tra Veneto, Bolzano e Trento. Saranno Olimpiadi a impatto zero, senza nuovo cemento, che valorizzeranno il già straordinario patrimonio tecnico, sciistico e impiantistico, l'ambiente, la storia e il pregio delle Dolomiti, mettendo anche a frutto l'esperienza che il Veneto sta facendo con i Mondiali di Cortina 2021 e le caratteristiche dell'intero Dolomiti Superski, la nostra metropolitana della neve». Secondo Zaia dovrebbero chiamarsi le Olimpiadi dell'Unesco, perché tutto si svolgerebbe «sulle montagne Patrimonio Universale dell'Umanità». Ci sarà la trafila da seguire (e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha già fatto presente che tocca al Coni, e non ai sindaci, ai governatori o a Palazzo Chigi, scrivere al Cio), ma già ora paiono emergere distinguo. Kompatscher, ad esempio, ha detto che dalle sue parti non è possibile con le regole del Cio fare giochi olimpici a impatto zero, ma Zaia non si è scomposto: «Non abbiamo bisogno di costruire nuovi impianti, utilizzeremo quelli esistenti. E anche per il Villaggio olimpico riusciremo a recuperare strutture perché sarà un'Olimpiade diffusa che è il modello che va per la maggiore adesso. Con Kompatscher e Rossi siamo assolutamente in linea, tutti e preoccupati che le Olimpiadi non si trasformino in cattedrali nel deserto. Le strutture olimpioniche ce le abbiamo, se ci sono risorse le investiamo per mettere tutto in rete». Andrà in porto? «Il condizionale è d'obbligo, ma se il buongiorno si vede dal mattino, il buongiorno è che la relazione tra noi tre presidenti è ottima, abbiamo un comune pensare che è quello di non fare i devastatori e vogliamo proporre un modello nuovo di fare le Olimpiadi».
LE REAZIONI
A parte qualche sottolineatura, i commenti sono stati tutti pressoché positivi. Il parlamentare bellunese Roger De Menech (Pd): «Bene la convergenza di Zaia, speriamo di essere ancora in tempo. Noi ci siamo, da mesi». La collega dem Daniela Sbrollini: «Idea condivisibile ma tutta da da costruire». Il deputato Dario Bond (FI): «La candidatura delle Dolomiti è affascinante, ma Belluno non può fare la cenerentola nel confronto con Trento e Bolzano. I mondiali di sci alpino di Cortina del 2021 dovranno fare da traino». E il capogruppo della Lega in Regione, Nicola Finco: «Gare anche sull'Altopiano di Asiago».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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